Lo studio intende verificare se nello scambio comunicativo tra pari in videoconferenza emergono sequenze in cui i parlanti anticipano (mediazione non sollecitata) o affrontano problemi comunicativi (mediazione sollecitata, processi di negoziazione di significato). I dati adoperati per l’analisi sono videoregistrazioni e trascrizioni di 12 ore di teletandem, un modello di telecollaborazione praticato in coppia, in cui ogni parlante interagisce per apprendere la propria L2, ben nota alla sua partner. L’indagine si fonda su una visione dell’interazione come attività collaborativa che si realizza grazie alla capacità dell’individuo di intervenire nei vari contesti, mostrando la sua attenzione verso l’altro. L’analisi dei dati evidenzia che la parlante spiega concetti che potrebbero porre problemi comunicativi anche senza che il suo interlocutore lo richieda. Il locutore esprime, inoltre, la sua capacità di collaborare, mostrando empatia verso il/la partner in difficoltà. Il presente studio ribadisce la necessità di integrare nella pratica didattica attività comunicative orali autentiche tra pari, grazie all’uso delle tecnologie. Conferma inoltre l’importanza della riflessione sui processi comunicativi per l’educazione linguistica. L’approccio e l’analisi, ivi proposti, sono spunti utili per indagare in classe le strategie messe in atto dagli studenti nel corso di esperienze di pratica comunicativa.

La mediazione nel contesto Teletandem e il Volume Complementare al Quadro Comune Europeo: alcune riflessioni

Leone, Paola
;
Paone, Emanuela
2023-01-01

Abstract

Lo studio intende verificare se nello scambio comunicativo tra pari in videoconferenza emergono sequenze in cui i parlanti anticipano (mediazione non sollecitata) o affrontano problemi comunicativi (mediazione sollecitata, processi di negoziazione di significato). I dati adoperati per l’analisi sono videoregistrazioni e trascrizioni di 12 ore di teletandem, un modello di telecollaborazione praticato in coppia, in cui ogni parlante interagisce per apprendere la propria L2, ben nota alla sua partner. L’indagine si fonda su una visione dell’interazione come attività collaborativa che si realizza grazie alla capacità dell’individuo di intervenire nei vari contesti, mostrando la sua attenzione verso l’altro. L’analisi dei dati evidenzia che la parlante spiega concetti che potrebbero porre problemi comunicativi anche senza che il suo interlocutore lo richieda. Il locutore esprime, inoltre, la sua capacità di collaborare, mostrando empatia verso il/la partner in difficoltà. Il presente studio ribadisce la necessità di integrare nella pratica didattica attività comunicative orali autentiche tra pari, grazie all’uso delle tecnologie. Conferma inoltre l’importanza della riflessione sui processi comunicativi per l’educazione linguistica. L’approccio e l’analisi, ivi proposti, sono spunti utili per indagare in classe le strategie messe in atto dagli studenti nel corso di esperienze di pratica comunicativa.
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