In una profetica striscia a fumetti di Quino pubblicata intorno alla fine degli anni Sessanta, Mafalda pone una delle sue tipiche domande metafisiche all’amico Felipe: “Hai pensato cosa accadrebbe se non esistesse la distanza? (…) Ti rendi conto cosa succerebbe se fosse tutto qui?”. Nella nuvoletta di Felipe si materializzano simultaneamente i miti, le icone, i luoghi-simbolo e le contraddizioni dell’epoca (Disneyland, il Vietnam, Pelé, Cuba, i Beatles, il muro di Berlino, Jerry Lewis, l’Africa, il Ku-Klux- Klan). Nell’ultima vignetta, Felipe è svenuto per aver immaginato il “tutto qui”, e Mafalda conclude: “Sì, se ne rende proprio conto!” (Quino 2009, p. 198). L’avvento dell’epoca dello spazio, annunciato da Michel Foucault nello stesso periodo in cui Quino disegnava Mafalda, prevedeva una posizione subordinata del tempo e della narrazione temporale per antonomasia, la Storia, che aveva invece dominato la cultura precedente (cfr. Foucault 2011). L’era digitale, invece di introdurre fratture rivoluzionarie, sembra piuttosto portare a compimento il cosiddetto spatial turn che ha interessato la cultura occidentale nell’ultima parte del XX secolo.

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Bandirali, L.
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01

Abstract

In una profetica striscia a fumetti di Quino pubblicata intorno alla fine degli anni Sessanta, Mafalda pone una delle sue tipiche domande metafisiche all’amico Felipe: “Hai pensato cosa accadrebbe se non esistesse la distanza? (…) Ti rendi conto cosa succerebbe se fosse tutto qui?”. Nella nuvoletta di Felipe si materializzano simultaneamente i miti, le icone, i luoghi-simbolo e le contraddizioni dell’epoca (Disneyland, il Vietnam, Pelé, Cuba, i Beatles, il muro di Berlino, Jerry Lewis, l’Africa, il Ku-Klux- Klan). Nell’ultima vignetta, Felipe è svenuto per aver immaginato il “tutto qui”, e Mafalda conclude: “Sì, se ne rende proprio conto!” (Quino 2009, p. 198). L’avvento dell’epoca dello spazio, annunciato da Michel Foucault nello stesso periodo in cui Quino disegnava Mafalda, prevedeva una posizione subordinata del tempo e della narrazione temporale per antonomasia, la Storia, che aveva invece dominato la cultura precedente (cfr. Foucault 2011). L’era digitale, invece di introdurre fratture rivoluzionarie, sembra piuttosto portare a compimento il cosiddetto spatial turn che ha interessato la cultura occidentale nell’ultima parte del XX secolo.
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