Il santuario di Monte Sant'Angelo, in Puglia, rappresenta uno dei luoghi di culto più significativi della cristianità tardoantica e altomedievale ed è sede di un'intensa frequentazione che si perpetua fino ai nostri giorni; esso ebbe un periodo di particolare splendore fra il VI e il IX secolo, periodo al quale risale un imponente corpus epigrafico altomedevale costituito da duecento iscrizioni, di cui alcune in caratteri runici. Tra le opere più interessanti custodite nel santuario vi è la porta di bronzo attualmente collocata all'ingresso della grotta e composta da due battenti costituiti da dodici formelle che rappresentano vari episodi esplicati da altrettante iscrizioni e collegati alle apparizioni di Michele e di Gabriele o con tradizioni romane e locali. Sulla superficie della ventiquattresima formella sono presenti due iscrizioni, in una delle quali è registrato il nome del donatore Pantaleone; a destra, sotto la quinta fila delle scene vi è inoltre un'altra iscrizione che attesta esplicitamente che la porta fu eseguita a Costantinopoli da Pantaleone nell'anno 1076. Lo stesso committente figura in un'iscrizione sulla porta di bronzo del Duomo di Amalfi, in cui si dice che l'opera è stata voluta da Pantaleone de Comite Maurone e sulla porta di bronzo della Basilica di S. Paolo fuori le Mura (Roma). Secondo un'antica tradizione, si tratterebbe della stessa persona: Pantaleone, nobile amalfitano, era un personaggio molto in vista ad Amalfi e a Costantinopoli, città nella quale risiedeva insieme alla sua famglia e ad una ricca colonia di mercanti amalfitani. Egli, secondo quanto è possibile dedurre dai prologhi di alcune opere di traduzione collocabili nel periodo della sua attività comitale, avrebbe promosso un'intensa attività di traduzione dal greco al latino e fu lui a commissionare ad un monachus et presbyter di nome Giovanni, originario di Amalfi,la traduzione in latino di un testo greco, il Liber de miraculis. Molto probabilmente fu proprio questo Pantaleone a donare le tre porte di bronzo ad Amalfi, S. Paolo fuori le Mura e Monte Sant'Angelo e, a conferma di questa tesi, è presentata un'iscrizione presente sulla porta di bronzo della cattedrale di Amalfi, nella quale Pantaleone viene definito bis consul, che è la medesima espressione con la quale lo ricorda il monaco Giovanni nel prologo del suo Liber de miraculis, commissionato nello stesso periodo.

Pantaleone de Comite Maurone e la porta di bronzo del santuario di Monte Sant'Angelo

MICOLANI, Antonella
2008-01-01

Abstract

Il santuario di Monte Sant'Angelo, in Puglia, rappresenta uno dei luoghi di culto più significativi della cristianità tardoantica e altomedievale ed è sede di un'intensa frequentazione che si perpetua fino ai nostri giorni; esso ebbe un periodo di particolare splendore fra il VI e il IX secolo, periodo al quale risale un imponente corpus epigrafico altomedevale costituito da duecento iscrizioni, di cui alcune in caratteri runici. Tra le opere più interessanti custodite nel santuario vi è la porta di bronzo attualmente collocata all'ingresso della grotta e composta da due battenti costituiti da dodici formelle che rappresentano vari episodi esplicati da altrettante iscrizioni e collegati alle apparizioni di Michele e di Gabriele o con tradizioni romane e locali. Sulla superficie della ventiquattresima formella sono presenti due iscrizioni, in una delle quali è registrato il nome del donatore Pantaleone; a destra, sotto la quinta fila delle scene vi è inoltre un'altra iscrizione che attesta esplicitamente che la porta fu eseguita a Costantinopoli da Pantaleone nell'anno 1076. Lo stesso committente figura in un'iscrizione sulla porta di bronzo del Duomo di Amalfi, in cui si dice che l'opera è stata voluta da Pantaleone de Comite Maurone e sulla porta di bronzo della Basilica di S. Paolo fuori le Mura (Roma). Secondo un'antica tradizione, si tratterebbe della stessa persona: Pantaleone, nobile amalfitano, era un personaggio molto in vista ad Amalfi e a Costantinopoli, città nella quale risiedeva insieme alla sua famglia e ad una ricca colonia di mercanti amalfitani. Egli, secondo quanto è possibile dedurre dai prologhi di alcune opere di traduzione collocabili nel periodo della sua attività comitale, avrebbe promosso un'intensa attività di traduzione dal greco al latino e fu lui a commissionare ad un monachus et presbyter di nome Giovanni, originario di Amalfi,la traduzione in latino di un testo greco, il Liber de miraculis. Molto probabilmente fu proprio questo Pantaleone a donare le tre porte di bronzo ad Amalfi, S. Paolo fuori le Mura e Monte Sant'Angelo e, a conferma di questa tesi, è presentata un'iscrizione presente sulla porta di bronzo della cattedrale di Amalfi, nella quale Pantaleone viene definito bis consul, che è la medesima espressione con la quale lo ricorda il monaco Giovanni nel prologo del suo Liber de miraculis, commissionato nello stesso periodo.
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