L’esistenza del consumatore digitale è costellata di una miriade di “consensi” ai quali non corrisponde una partecipazione effettiva. Anche la giurisprudenza ha riconosciuto la natura contrattuale e onerosa degli scambi ‘dati con- tro servizio’, presentandola come frutto del recepimento di quel processo di patrimonializzazione – caratteristico dei mercati digitali – che «avviene inconsapevolmente». Alcune voci sostengono che tale processo non meriti la benedizione dell’ordinamento, sul presupposto che mai un diritto fondamentale della persona – qual è quello alla protezione dei dati personali – può essere ridotto a oggetto di una transazione economica, quand’anche l’interessato vi abbia volontariamente preso parte. Chi invece alle logiche patrimoniali non fa nulla per opporsi, reputa più corretto, e in fondo anche più utile, applicare al patrimonio informativo della persona il modello di controllo invalso nel consumo di massa. È da tale angolo prospettico che il saggio guarda al problema del «come» si forma lo scambio “dati contro servizio”, interrogandosi sul valore pratico-applicativo tanto della declamata ‘extra-patrimonialità’ dei dati personali quanto dell’opposta retorica della patrimonializzazione.

«Giornata perfetta». La patrimonializzazione dei dati personali tra inconvenienti della retorica ed esigenze della pratica

Mignone, Carlo
2024-01-01

Abstract

L’esistenza del consumatore digitale è costellata di una miriade di “consensi” ai quali non corrisponde una partecipazione effettiva. Anche la giurisprudenza ha riconosciuto la natura contrattuale e onerosa degli scambi ‘dati con- tro servizio’, presentandola come frutto del recepimento di quel processo di patrimonializzazione – caratteristico dei mercati digitali – che «avviene inconsapevolmente». Alcune voci sostengono che tale processo non meriti la benedizione dell’ordinamento, sul presupposto che mai un diritto fondamentale della persona – qual è quello alla protezione dei dati personali – può essere ridotto a oggetto di una transazione economica, quand’anche l’interessato vi abbia volontariamente preso parte. Chi invece alle logiche patrimoniali non fa nulla per opporsi, reputa più corretto, e in fondo anche più utile, applicare al patrimonio informativo della persona il modello di controllo invalso nel consumo di massa. È da tale angolo prospettico che il saggio guarda al problema del «come» si forma lo scambio “dati contro servizio”, interrogandosi sul valore pratico-applicativo tanto della declamata ‘extra-patrimonialità’ dei dati personali quanto dell’opposta retorica della patrimonializzazione.
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