Rivolte e rivoluzioni: imperi, borghesie e mercati nell’Età moderna

La costruzione dello Stato moderno corrispose a una riorganizzazione dell’intera struttura economica dell’Europa. Mentre i grandi imperi dilapidavano le ingenti risorse in sterili guerre per il dominio territoriale, i mercati dei singoli regni e quelli coloniali erano disgregati, frammentati sotto il dominio delle compagnie mercantili che esercitavano in regime di monopolio gli scambi commerciali. Nel XVII secolo, la crisi determinò la fine dell’antico regime, con gli ultimi residui feudali, e l’apertura di un lento processo che condusse alla costruzione di una società obbediente alle leggi del mercato. Tali indirizzi determinarono il logoramento delle monarchie assolute, provocato dalla Guerra dei trent’anni (1618-1648), una crisi finanziaria e la crescita di fermenti che alimentavano il dissenso da parte dei contadini, dei ceti emergenti e dei nuovi ricchi. Intanto, i mercanti facevano rifluire i propri investimenti verso l’acquisto di terre e titoli nobiliari.