Il saggio, dopo aver ripercorso le principali tappe dell’insediamento dei Teatini a Lecce (1586), analizza il profondo legame che unì, fin dai primi anni, il convento teatino ai vertici napoletani dell’ordine, soprattutto nelle scelte artistiche. Documenta quest’aspetto un gruppo d’inedite polizze bancarie relative alla commissione a Giovanni Antonio Guerra e Marcantonio Ferraro del celebre tabernacolo ligneo della chiesa teatina leccese di Sant’Irene (1598). Un sodalizio artistico cui i teatini di Napoli richiesero diverse opere, tra cui il coro dell’oratorio del SS. Crocifisso dei Cavalieri del quale viene qui pubblicato l’inedito contratto notarile (1608). Distrutto il tabernacolo di Sant’Irene a metà ’700, le quattro statue lignee dei Santi Protettori di Lecce, uniche parti superstiti dell’originaria decorazione presbiteriale, sono considerate nel testo testimonianze visive della lotta delle reliquie che vide opposti nel capoluogo salentino, fino alla metà del ’600, Teatini e Gesuiti.

L’arrivo dei Teatini a Lecce e un sodalizio artistico al servizio dell’ordine

cleopazzo
Primo
2015-01-01

Abstract

Il saggio, dopo aver ripercorso le principali tappe dell’insediamento dei Teatini a Lecce (1586), analizza il profondo legame che unì, fin dai primi anni, il convento teatino ai vertici napoletani dell’ordine, soprattutto nelle scelte artistiche. Documenta quest’aspetto un gruppo d’inedite polizze bancarie relative alla commissione a Giovanni Antonio Guerra e Marcantonio Ferraro del celebre tabernacolo ligneo della chiesa teatina leccese di Sant’Irene (1598). Un sodalizio artistico cui i teatini di Napoli richiesero diverse opere, tra cui il coro dell’oratorio del SS. Crocifisso dei Cavalieri del quale viene qui pubblicato l’inedito contratto notarile (1608). Distrutto il tabernacolo di Sant’Irene a metà ’700, le quattro statue lignee dei Santi Protettori di Lecce, uniche parti superstiti dell’originaria decorazione presbiteriale, sono considerate nel testo testimonianze visive della lotta delle reliquie che vide opposti nel capoluogo salentino, fino alla metà del ’600, Teatini e Gesuiti.
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