Nel saggio, attraverso la rilettura di un atto notarile, già pubblicato nel 1891 e collegato ora a dati storici nel frattempo emersi, viene dimostrato che il pittore napoletano Aniello Laudisello realizzò nel 1590 una grande pala con la Madonna degli Angeli per la cappella dei d’Amato di Seclì della chiesa di San Domenico a Nardò. Un arrivo da Napoli, a cui altri se ne possono aggiungere (come una pala a Racale qui attribuita a Giulio Dell’Oca), che poté avere un ascendente diretto sui maggiori pittori salentini del periodo: Donato Antonio D’Orlando e Gian Domenico Catalano. Alcuni dei caratteri stilistici dei due salentini, a cui vengono restituiti rispettivamente due dipinti a Casarano e Racale, sembrano infatti risentire del contesto culturale partenopeo del terzo quarto del Cinquecento, di cui il Laudisello fu uno dei protagonisti. Contesto, dominato dalla fortunata bottega Lama-Buono, cui sembra appartenere anche una Madonna del Soccorso a Gagliano del Capo, qui restituita a un altro pittore napoletano, Decio Tramontano, forse con la collaborazione del maddalonese Pompeo Landolfo.

E Napoli cominciò a fare scuola nel Salento. La Madonna degli Angeli di Aniello Laudisello per la cappella d’Amato in Santa Maria de Raccomandatis a Nardò (1590); qualche riflessione e nuove aggiunte ai locali D’Orlando e Catalano e una Madonna del Soccorso a Gagliano del Capo

cleopazzo
Primo
2019-01-01

Abstract

Nel saggio, attraverso la rilettura di un atto notarile, già pubblicato nel 1891 e collegato ora a dati storici nel frattempo emersi, viene dimostrato che il pittore napoletano Aniello Laudisello realizzò nel 1590 una grande pala con la Madonna degli Angeli per la cappella dei d’Amato di Seclì della chiesa di San Domenico a Nardò. Un arrivo da Napoli, a cui altri se ne possono aggiungere (come una pala a Racale qui attribuita a Giulio Dell’Oca), che poté avere un ascendente diretto sui maggiori pittori salentini del periodo: Donato Antonio D’Orlando e Gian Domenico Catalano. Alcuni dei caratteri stilistici dei due salentini, a cui vengono restituiti rispettivamente due dipinti a Casarano e Racale, sembrano infatti risentire del contesto culturale partenopeo del terzo quarto del Cinquecento, di cui il Laudisello fu uno dei protagonisti. Contesto, dominato dalla fortunata bottega Lama-Buono, cui sembra appartenere anche una Madonna del Soccorso a Gagliano del Capo, qui restituita a un altro pittore napoletano, Decio Tramontano, forse con la collaborazione del maddalonese Pompeo Landolfo.
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