I Bannkreise che tentano il giudice hanno molte facce. Per esempio, quella che lo tenta a stabilire un rapporto diretto con la società, cioè non mediato dalla legge: disattendere il dato normativo, o addirittura violarlo, con il motivo - o il pretesto? - di soddisfare i bisogni reali o presunti della comunità. Questo atteggiamento è però molto rischioso, come ci hanno dimostrato i totalitarismi del secolo scorso. Qualcosa di molto, troppo simile mi sembra di scorgere, pur nella radicale diversità della tavola dei valori, nelle odierne meta-giurisprudenze ermeneutiche postmoderne: secondo le quali la legge sarebbe un testo privo di un proprio significato oggettivo, e che invece l'interprete interroga collocandosi all'interno di una “fusione di orizzonti” per trarre da esso indicazioni normative coerenti con la visione del caso concreto. Siamo di fronte a un nuovo tipo di assolutismo giuridico, questa volta giurisprudenziale, che aspira anche a ottenere una legittimità rappresentativa. Ritengo che sia preferibile voltare pagina: chiudere l'epoca dell'interpretazione “illimitata” e aderire invece a un realismo negativo che si concentra sulla soglia oltre la quale il dialogo con il testo diventa puro e semplice - anche se nobilmente giustificato - arbitrio.
Bannkreise giurisdizionali. Qualche appunto di metodo
Portaluri, Pier Luigi
2022-01-01
Abstract
I Bannkreise che tentano il giudice hanno molte facce. Per esempio, quella che lo tenta a stabilire un rapporto diretto con la società, cioè non mediato dalla legge: disattendere il dato normativo, o addirittura violarlo, con il motivo - o il pretesto? - di soddisfare i bisogni reali o presunti della comunità. Questo atteggiamento è però molto rischioso, come ci hanno dimostrato i totalitarismi del secolo scorso. Qualcosa di molto, troppo simile mi sembra di scorgere, pur nella radicale diversità della tavola dei valori, nelle odierne meta-giurisprudenze ermeneutiche postmoderne: secondo le quali la legge sarebbe un testo privo di un proprio significato oggettivo, e che invece l'interprete interroga collocandosi all'interno di una “fusione di orizzonti” per trarre da esso indicazioni normative coerenti con la visione del caso concreto. Siamo di fronte a un nuovo tipo di assolutismo giuridico, questa volta giurisprudenziale, che aspira anche a ottenere una legittimità rappresentativa. Ritengo che sia preferibile voltare pagina: chiudere l'epoca dell'interpretazione “illimitata” e aderire invece a un realismo negativo che si concentra sulla soglia oltre la quale il dialogo con il testo diventa puro e semplice - anche se nobilmente giustificato - arbitrio.File | Dimensione | Formato | |
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