A partire da una retrospettiva sulle modalità di instaurazione dei rapporti tra la pubblica amministrazione e gli enti non profit, il contributo propone una scansione strutturale e funzionale del modello di regolazione condivisa delineato per i servizi d’interesse generale dall’art. 55 del Codice del Terzo settore. Ne emerge un quadro molto diverso, se non altro piú composito, rispetto a quello riassumibile nell’idea della secca alternativa rispetto al mercato e al profitto. L’interpretazione sistematica prospetta un circuito pubblico-privato-comunità, non limitato alla sola iniziativa antieconomica, di piú, neppure alieno alla possibilità di inglobare apporti finanziari remunerati (provenienti dal sistema privato, delle famiglie e del- le imprese). Conclusivamente, se ne ricava la necessità di un controllo di effettiva terzietà dell’iniziativa privata sussidiaria. Un controllo improntato al bilanciamento di esigenze qualitativamente diverse, insuscettibili di as- similazione nell’indistinto campo della «società solidale»: l’interesse di chi finanzia a vario titolo l’iniziativa, gli interessi degli utenti e dei lavoratori del sociale, oltre alle ragioni organizzative della p.a. e di finanza pubblica.
Gli accordi di co-progettazione ex art. 55 c.t.s. Ambito operativo, causa, parametri di realizzazione degli interessi
Carlo Mignone
2022-01-01
Abstract
A partire da una retrospettiva sulle modalità di instaurazione dei rapporti tra la pubblica amministrazione e gli enti non profit, il contributo propone una scansione strutturale e funzionale del modello di regolazione condivisa delineato per i servizi d’interesse generale dall’art. 55 del Codice del Terzo settore. Ne emerge un quadro molto diverso, se non altro piú composito, rispetto a quello riassumibile nell’idea della secca alternativa rispetto al mercato e al profitto. L’interpretazione sistematica prospetta un circuito pubblico-privato-comunità, non limitato alla sola iniziativa antieconomica, di piú, neppure alieno alla possibilità di inglobare apporti finanziari remunerati (provenienti dal sistema privato, delle famiglie e del- le imprese). Conclusivamente, se ne ricava la necessità di un controllo di effettiva terzietà dell’iniziativa privata sussidiaria. Un controllo improntato al bilanciamento di esigenze qualitativamente diverse, insuscettibili di as- similazione nell’indistinto campo della «società solidale»: l’interesse di chi finanzia a vario titolo l’iniziativa, gli interessi degli utenti e dei lavoratori del sociale, oltre alle ragioni organizzative della p.a. e di finanza pubblica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.