L’applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale nello sport non può dirsi più una novità: è innegabile che negli ultimi anni gli impieghi siano cresciuti a dismisura e siano arrivati a toccare, all’interno del mondo dello sport complessivamente inteso, attività assai differenti tra loro. Un impiego così massiccio pone in rilievo una serie di questioni applicative che si intersecano con profili giuridici e con la tutela dei diritti dei soggetti coinvolti: in particolare, l’espansione del fenomeno porta a interrogarsi sulla necessità di una regolamentazione giuridica, ossia sulla tenuta del quadro normativo attuale in rapporto alla «specificità» del sistema sport 2 e sulla opportunità o meno di introdurre nuove regole giuridiche. In questo lavoro si circoscrive l’attenzione al solo quadro normativo europeo. Da un lato, le interazioni tra IA e sport diventano in Europa sempre più frequenti e rilevanti; dall’altro, l’UE si distingue, nell’intero panorama mondiale, come il regolatore pubblico che più di ogni altro sta tentando di introdurre una disciplina giuridica in materia di IA. Appare utile volgere lo sguardo a due testi normativi. In primo luogo, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR), entrato in vigore nel 2018, impatta inevitabilmente sul fenomeno, considerato il fatto che i software utilizzati necessitano di una enorme quantità di dati, molto spesso riguardanti gli atleti, poi trattati e rielaborati dal sistema. In secondo luogo, appare interessante osservare la proposta di Regolamento sull’IA (COM (2021) 206 final, di seguito AI Act), attualmente al vaglio delle Istituzioni europee, con cui la Commissione europea ha proposto una prima disciplina del fenomeno IA complessivamente inteso: in tal senso, sembra opportuno interrogarsi fin da ora sugli effetti che una futura approvazione del testo potrebbe avere sulle applicazioni dell’IA nello sport.
L´Intelligenza artificiale per lo sport alla prova del quadro regolamentare europeo
Orlando, Alberto
2022-01-01
Abstract
L’applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale nello sport non può dirsi più una novità: è innegabile che negli ultimi anni gli impieghi siano cresciuti a dismisura e siano arrivati a toccare, all’interno del mondo dello sport complessivamente inteso, attività assai differenti tra loro. Un impiego così massiccio pone in rilievo una serie di questioni applicative che si intersecano con profili giuridici e con la tutela dei diritti dei soggetti coinvolti: in particolare, l’espansione del fenomeno porta a interrogarsi sulla necessità di una regolamentazione giuridica, ossia sulla tenuta del quadro normativo attuale in rapporto alla «specificità» del sistema sport 2 e sulla opportunità o meno di introdurre nuove regole giuridiche. In questo lavoro si circoscrive l’attenzione al solo quadro normativo europeo. Da un lato, le interazioni tra IA e sport diventano in Europa sempre più frequenti e rilevanti; dall’altro, l’UE si distingue, nell’intero panorama mondiale, come il regolatore pubblico che più di ogni altro sta tentando di introdurre una disciplina giuridica in materia di IA. Appare utile volgere lo sguardo a due testi normativi. In primo luogo, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR), entrato in vigore nel 2018, impatta inevitabilmente sul fenomeno, considerato il fatto che i software utilizzati necessitano di una enorme quantità di dati, molto spesso riguardanti gli atleti, poi trattati e rielaborati dal sistema. In secondo luogo, appare interessante osservare la proposta di Regolamento sull’IA (COM (2021) 206 final, di seguito AI Act), attualmente al vaglio delle Istituzioni europee, con cui la Commissione europea ha proposto una prima disciplina del fenomeno IA complessivamente inteso: in tal senso, sembra opportuno interrogarsi fin da ora sugli effetti che una futura approvazione del testo potrebbe avere sulle applicazioni dell’IA nello sport.| File | Dimensione | Formato | |
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