Il saggio esamina gli scritti danteschi di Domenico Mauro, i libri Allegorie e bellezze della Divina Commedia (1840) e Concetto e forma della Divina Commedia (1862, versione ampliata del primo, che si estende alle cantiche di Purgatorio e Paradiso), nel quadro della dantologia coeva, con specifico riferimento ai rapporti con l’esegesi simbolista e allegorizzante di Gabriele Rossetti e agli influssi della critica romantico-risorgimentale. In particolare, si individua nella dantistica di Mauro, autore di opere letterarie apprezzate da Francesco De Sanctis, un significativo eclettismo ermeneutico, fondato sulla contaminazione di cliché storiografico-interpretativi e teorico-metodologici differenziati e, talora, inconciliabili.
La dantistica di Domenico Mauro (1812-1873) fra Gabriele Rossetti e Francesco De Sanctis
Leone Marco
2021-01-01
Abstract
Il saggio esamina gli scritti danteschi di Domenico Mauro, i libri Allegorie e bellezze della Divina Commedia (1840) e Concetto e forma della Divina Commedia (1862, versione ampliata del primo, che si estende alle cantiche di Purgatorio e Paradiso), nel quadro della dantologia coeva, con specifico riferimento ai rapporti con l’esegesi simbolista e allegorizzante di Gabriele Rossetti e agli influssi della critica romantico-risorgimentale. In particolare, si individua nella dantistica di Mauro, autore di opere letterarie apprezzate da Francesco De Sanctis, un significativo eclettismo ermeneutico, fondato sulla contaminazione di cliché storiografico-interpretativi e teorico-metodologici differenziati e, talora, inconciliabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.