The doctrine of spiritual extension constitutes one of the most studied metaphysical themes of Henry More’s thought. Though scholars largely agree in claiming that this doctrine does not evolve after the publication of the Enchiridium metaphysicum in 1671, I will defend in this article a quite different thesis. I will argue that, if in the Enchiridium More had explicitly asserted that the divine extension is identical to space and is the subject of dimensional properties, in the Scholia he will claim that the divine extension does not contain any dimensions and quantity formally, but only eminently. La dottrina dell’estensione spirituale costituisce uno dei temi metafisici più studiati del pensiero di Henry More. Per quanto gli studiosi convergano ampiamente nel sostenere che tale dottrina non evolva dopo la pubblicazione nel 1671, dell’Enchiridium metaphysicum, in questo articolo difenderò una tesi alquanto differente. Argomenterò, difatti, che, se nell’Enchiridium More aveva esplicitamente asserito l’identità dell’estensione divina con lo spazio e la sua dimensionalità, negli Scholia egli affermerà invece che l’estensione divina non possiede formalmente né dimensioni, né quantità, ma solo eminentemente.
L’ULTIMO RIPENSAMENTO DELLA DOTTRINA DELL’ESTENSIONE SPIRITUALE IN HENRY MORE
Igor Agostini
2021-01-01
Abstract
The doctrine of spiritual extension constitutes one of the most studied metaphysical themes of Henry More’s thought. Though scholars largely agree in claiming that this doctrine does not evolve after the publication of the Enchiridium metaphysicum in 1671, I will defend in this article a quite different thesis. I will argue that, if in the Enchiridium More had explicitly asserted that the divine extension is identical to space and is the subject of dimensional properties, in the Scholia he will claim that the divine extension does not contain any dimensions and quantity formally, but only eminently. La dottrina dell’estensione spirituale costituisce uno dei temi metafisici più studiati del pensiero di Henry More. Per quanto gli studiosi convergano ampiamente nel sostenere che tale dottrina non evolva dopo la pubblicazione nel 1671, dell’Enchiridium metaphysicum, in questo articolo difenderò una tesi alquanto differente. Argomenterò, difatti, che, se nell’Enchiridium More aveva esplicitamente asserito l’identità dell’estensione divina con lo spazio e la sua dimensionalità, negli Scholia egli affermerà invece che l’estensione divina non possiede formalmente né dimensioni, né quantità, ma solo eminentemente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
