Il capitale, sostenuto dalle politiche neoliberiste, interviene in maniera sempre più pervasiva nei processi di territorializzazione, adattando lo spazio geografico ai propri fini accumulativi. L’azione territorializzante del capitale assume modalità e forme diverse, che talvolta coesistono all’interno del medesimo contesto spazio-temporale, ma la più pervasiva è senza dubbio quella che opera attraverso l’acculturazione, perché fa delle comunità locali il proprio strumento di territorializzazione. La retorica della competitività è tra gli esempi più rimarchevoli di come il capitale riesca in questo fine. Sostenuto da larga parte della riflessione scientifica e strumentalizzato dai governi ai diversi livelli istituzionali, il mito della competitività territoriale rischia di asservire il territorio alle logiche proprie del capitale, compromettendone nel lungo periodo quelle stesse prospettive di sviluppo che vengono invece accreditate come il fine ultimo della competitività stessa. Le città con i loro piani strategici e le politiche di rigenerazione urbane sono tra i territori in cui più evidente diviene l’azione plasmante del capitale e le contraddizioni stesse del dispositivo capitalistico.

Capitale, territorio e la retorica della competitività

Fabio Pollice
2015-01-01

Abstract

Il capitale, sostenuto dalle politiche neoliberiste, interviene in maniera sempre più pervasiva nei processi di territorializzazione, adattando lo spazio geografico ai propri fini accumulativi. L’azione territorializzante del capitale assume modalità e forme diverse, che talvolta coesistono all’interno del medesimo contesto spazio-temporale, ma la più pervasiva è senza dubbio quella che opera attraverso l’acculturazione, perché fa delle comunità locali il proprio strumento di territorializzazione. La retorica della competitività è tra gli esempi più rimarchevoli di come il capitale riesca in questo fine. Sostenuto da larga parte della riflessione scientifica e strumentalizzato dai governi ai diversi livelli istituzionali, il mito della competitività territoriale rischia di asservire il territorio alle logiche proprie del capitale, compromettendone nel lungo periodo quelle stesse prospettive di sviluppo che vengono invece accreditate come il fine ultimo della competitività stessa. Le città con i loro piani strategici e le politiche di rigenerazione urbane sono tra i territori in cui più evidente diviene l’azione plasmante del capitale e le contraddizioni stesse del dispositivo capitalistico.
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