Questo contributo riesamina la gura di Giacomo Del Maino, che le fonti e i documenti segnalano come il principale scultore in legno della Lombardia sforzesca, ma il cui catalogo è rimasto nora scarno e di qualità modesta. La scoperta recente di nuovi documenti, in particolare quelli che permettono la cospicua anticipazione della data del Compianto di Bellano dal 1515 circa al 1493-1494, accanto al ritrovamento di opere inedite, permette oggi di rivedere la sua posizione all’interno dell’arte lombarda dell’ultimo quarto del Quattrocento, restituendogli piena dignità. Le dinamiche della bottega Del Maino sono ora più chiare e risulta più comprensibile il passaggio generazionale tra Giacomo e i figli Giovan Angelo e Tiburzio Del Maino. Alla luce di queste scoperte e attraverso una verifica cronologica, si può confermare ai Del Maino l’esecuzione dell’altare maggiore di Santa Maria del Monte sopra Varese, opera cruciale per l’arte lombarda del Quattrocento e supporvi la precoce partecipazione di Giovan Angelo.

Tra Giacomo e Giovan Angelo Del Maino, sullo scorcio del Quattrocento

Raffaele Casciaro
2018-01-01

Abstract

Questo contributo riesamina la gura di Giacomo Del Maino, che le fonti e i documenti segnalano come il principale scultore in legno della Lombardia sforzesca, ma il cui catalogo è rimasto nora scarno e di qualità modesta. La scoperta recente di nuovi documenti, in particolare quelli che permettono la cospicua anticipazione della data del Compianto di Bellano dal 1515 circa al 1493-1494, accanto al ritrovamento di opere inedite, permette oggi di rivedere la sua posizione all’interno dell’arte lombarda dell’ultimo quarto del Quattrocento, restituendogli piena dignità. Le dinamiche della bottega Del Maino sono ora più chiare e risulta più comprensibile il passaggio generazionale tra Giacomo e i figli Giovan Angelo e Tiburzio Del Maino. Alla luce di queste scoperte e attraverso una verifica cronologica, si può confermare ai Del Maino l’esecuzione dell’altare maggiore di Santa Maria del Monte sopra Varese, opera cruciale per l’arte lombarda del Quattrocento e supporvi la precoce partecipazione di Giovan Angelo.
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