Il saggio prende le mosse dall'ultima delle Lezioni americane di Italo Calvino dedicata al tema della leggerezza, che lo scrittore rappresenta come attitudine a un tempo estetica e politica capace di contrastare l'inerzia e l'opacità del mondo. Tale proposta viene messa a confronto con l'"elogio della gravità" che la giovane Maria Zambrano levava, già nel 1930, contro il carattere astratto e disincarnato dell'arte d'avanguardia dei primi del '900, seguendo ma anche andando oltre le critiche del suo maestro Ortega all'arte "disumanizzata" . L'analisi si centra dunque sulla dicotomia leggerezza-gravità mostrando come essa si giochi nelle intersezioni tra estetica e politica. Si mostra in questo senso la ,distanza tra il materialismo atomistico dello scrittore italiano e il materialismo delle cose e dei corpi propugnato dalla pensatrice spagnola, e, sul fronte letterario, si illuminano il senso e le implicazioni della rispettiva predilezione per la poesia di Guido Cavalcanti e di Dante Alighieri.

La filosofia leggera di María Zambrano. Un dialogo a distanza con Italo Calvino

Laurenzi, Elena
2013-01-01

Abstract

Il saggio prende le mosse dall'ultima delle Lezioni americane di Italo Calvino dedicata al tema della leggerezza, che lo scrittore rappresenta come attitudine a un tempo estetica e politica capace di contrastare l'inerzia e l'opacità del mondo. Tale proposta viene messa a confronto con l'"elogio della gravità" che la giovane Maria Zambrano levava, già nel 1930, contro il carattere astratto e disincarnato dell'arte d'avanguardia dei primi del '900, seguendo ma anche andando oltre le critiche del suo maestro Ortega all'arte "disumanizzata" . L'analisi si centra dunque sulla dicotomia leggerezza-gravità mostrando come essa si giochi nelle intersezioni tra estetica e politica. Si mostra in questo senso la ,distanza tra il materialismo atomistico dello scrittore italiano e il materialismo delle cose e dei corpi propugnato dalla pensatrice spagnola, e, sul fronte letterario, si illuminano il senso e le implicazioni della rispettiva predilezione per la poesia di Guido Cavalcanti e di Dante Alighieri.
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