L’articolo riflette su ordine e differenza. La prospettiva di osservazione adottata utilizza l’interpretazione del “mostro” e del “mostruoso” che si rinviene nell’opera di Michel Foucault. L’ipotesi che la sostiene è la seguente: il mostro segnala una questione aperta in tutta la riflessione del pensatore francese, il problema della differenza e del limite. Attraverso l’analisi dei testi in cui Foucault fa riferimento al tema del mostro è possibile osservare le modalità di costruzione dell’ordine, le forme di produzione di identità e differenza ma anche l’emergenza della crisi dei dispositivi di assoggettamento. Il mostro – il limite - appartiene e non appartiene al regime discorsivo e alle pratiche di potere che ne hanno tracciato la figura. Da un lato il mostro include l’esclusione sulla quale si organizza un ordine. Esso, quindi, appartiene all’ordine, ma come suo limite. Dall’altro lato non vi appartiene perché la differenza che il mostro segnala, e che conserva anche nel suo incasellamento linguistico non può essere mai del tutto neutralizzata dal dispositivo che costruisce il mostro, che ne dice la mostruosità, che ne definisce lo spazio linguistico o istituzionale di esistenza. Il mostro è materialità eterogenea, è divenire senza negazione, è vita che non vuole vivere ma che semplicemente vive.

Michel Foucault e l’alterità mostruosa. Riflessioni su ordine e differenza

NUZZO, LUCIANO
2015-01-01

Abstract

L’articolo riflette su ordine e differenza. La prospettiva di osservazione adottata utilizza l’interpretazione del “mostro” e del “mostruoso” che si rinviene nell’opera di Michel Foucault. L’ipotesi che la sostiene è la seguente: il mostro segnala una questione aperta in tutta la riflessione del pensatore francese, il problema della differenza e del limite. Attraverso l’analisi dei testi in cui Foucault fa riferimento al tema del mostro è possibile osservare le modalità di costruzione dell’ordine, le forme di produzione di identità e differenza ma anche l’emergenza della crisi dei dispositivi di assoggettamento. Il mostro – il limite - appartiene e non appartiene al regime discorsivo e alle pratiche di potere che ne hanno tracciato la figura. Da un lato il mostro include l’esclusione sulla quale si organizza un ordine. Esso, quindi, appartiene all’ordine, ma come suo limite. Dall’altro lato non vi appartiene perché la differenza che il mostro segnala, e che conserva anche nel suo incasellamento linguistico non può essere mai del tutto neutralizzata dal dispositivo che costruisce il mostro, che ne dice la mostruosità, che ne definisce lo spazio linguistico o istituzionale di esistenza. Il mostro è materialità eterogenea, è divenire senza negazione, è vita che non vuole vivere ma che semplicemente vive.
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