L’assenza di rilevazioni statistiche sulle superfici agrarie nel Cinquecento e nel Seicento non facilita chiunque volesse avviare una ricerca sul paesaggio agrario in Età moderna. L’indagine avviata su Terra d’Otranto cerca di ricostruire un profilo agrario della Provincia attraverso le descrizioni fornite dagli studiosi coevi, a partire da Antonio De Ferrariis detto il Galateo ne La Iapigia (Liber de situ Iapygiae), da fra’ Leandro Alberti nella Descrittione di tutta Italia e da Girolamo Marciano nella sua Descrizione, origini e successi della Provincia d’Otranto. Da queste ricognizioni che sono delle rappresentazioni fondate sulle impressioni di questi autori si evince, come cita il titolo del presente articolo, una “Mobilità e frantumazione dei quadri ambientali”: ovvero una estrema varietà di colture che mutano anche all’interno di feudi contigui. Nel Settecento e nell’Ottocento le rilevazioni catastali (catasto onciario e catasto murattiano) restituiscono un’immagine del territorio attraverso dati quantitativi che confermano le linee evolutive dell’agricoltura di antico regime consolidatasi nell’area e trasmessaci dagli studiosi nel XVI e XVII secolo.

Mobilità e frantumazione dei quadri ambientali dell’antica provincia di Terra d’Otranto

BARBAGALLO, Salvatore
2014-01-01

Abstract

L’assenza di rilevazioni statistiche sulle superfici agrarie nel Cinquecento e nel Seicento non facilita chiunque volesse avviare una ricerca sul paesaggio agrario in Età moderna. L’indagine avviata su Terra d’Otranto cerca di ricostruire un profilo agrario della Provincia attraverso le descrizioni fornite dagli studiosi coevi, a partire da Antonio De Ferrariis detto il Galateo ne La Iapigia (Liber de situ Iapygiae), da fra’ Leandro Alberti nella Descrittione di tutta Italia e da Girolamo Marciano nella sua Descrizione, origini e successi della Provincia d’Otranto. Da queste ricognizioni che sono delle rappresentazioni fondate sulle impressioni di questi autori si evince, come cita il titolo del presente articolo, una “Mobilità e frantumazione dei quadri ambientali”: ovvero una estrema varietà di colture che mutano anche all’interno di feudi contigui. Nel Settecento e nell’Ottocento le rilevazioni catastali (catasto onciario e catasto murattiano) restituiscono un’immagine del territorio attraverso dati quantitativi che confermano le linee evolutive dell’agricoltura di antico regime consolidatasi nell’area e trasmessaci dagli studiosi nel XVI e XVII secolo.
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