Tanto i comportamenti individuali quanto quelli collettivi risultano influenzati dal contesto territoriale di riferimento; influenzati, non determinati, in quanto il territorio costituisce il sostrato entro il quale nasce e si evolve la soggettualità. L’ethos della scoperta di sé, ove si voglia superare la trappola individualista dell’ipostasi psicologica del soggetto, non può essere letto e interpretato prescindendo dalla relazione forte è immanente che lega, in un rapporto di reciprocità ed interazione per sua natura asimmetrico, individuo e collettività. Si parla a riguardo di “condizioni sociali della soggettività”, includendo in esse fattori diversi e tuttavia interdipendenti che possono essere categorizzati nelle condizioni culturali, economiche, politiche e geografiche; queste ultime, in particolare, sono quelle che sottendono il processo di costruzione dell’identità territoriale e rivestono un’importanza fondamentale nei meccanismi d’interazione tra l’individuo, la comunità e il territorio. Il contributo partendo dal concetto di soggettualità territoriale, propone un’analisi del ruolo che questa svolge nei processi di pianificazione strategica del territorio e, più nello specifico, in quel particolare momento della pianificazione che è l’elaborazione della vision; intesa, quest’ultima, come proiezione strategica dell’io territoriale, capace di orientare e giustificare l’agire individuale e collettivo. La stessa efficacia dei modelli di governance che sottendono la pianificazione strategica viene in larga misura a dipendere dal livello di soggettualità che il territorio è in grado di esprimere, posto che è questa qualità territoriale – mai sufficientemente indagata – a favorire il coinvolgimento attivo degli attori locali e il processo di convergenza strategica che precede l’individuazione degli obiettivi, prima, e la definizione delle linee d’azione, poi. Tra esperienze di governance e soggettualità territoriale si insatura peraltro un relazione di reciprocità, giacché il successo di meccanismi partenariali, come quelli appena richiamati, sedimentandosi nella memoria collettiva e concretizzandosi in azioni di territorializzazione dello spazio fisico, rafforzano la soggettualità territoriale e la sua capacità di plasmare lo spazio e di orientare l’agire collettivo. Questa forma di soggettualità ha inoltre una funzione fondamentale nei processi di ispessimento del tessuto relazionale che sono propri di talune configurazioni economico-territoriali, come i distretti produttivi o i sistemi locali territoriali a questi assimilabili. In generale qualsiasi forma di aggregazione sociale su base territoriale – abbia essa una connotazione economica, culturale o politica – sembra essere favorita dalla presenza di una soggettualità territoriale, in quanto questa, fondandosi sulla condivisione di un medesimo sistema valoriale e di una comune matrice identitaria, è alla base dei processi di accumulazione del capitale sociale. Di conseguenza la soggettualità territoriale si impone come elemento costitutivo della stessa competitività territoriale che nel capitale sociale ha una delle sue determinanti immateriali. La conclusione a cui perviene il contributo è che a livello locale la pianificazione strategica risulta efficace se può contare su una forte soggettualità territoriale capace di sostenere il processo di convergenza strategica tra gli attori locali e il coinvolgimento attivo della comunità locale nella fase di attuazione del piano. La costruzione di una soggettualità territoriale diviene dunque un obiettivo imprescindibile perché si possano promuovere e sostenere a scala locale processi di sviluppo endogeno ed autocentrato e perché la vision attorno alla quale viene costruito il piano strategico possa effettivamente acquisire una funzione performativa nei confronti della realtà territoriale.

Subjectualité territoriale et planification stratégique

POLLICE, Fabio;Urso, Giulia
2013-01-01

Abstract

Tanto i comportamenti individuali quanto quelli collettivi risultano influenzati dal contesto territoriale di riferimento; influenzati, non determinati, in quanto il territorio costituisce il sostrato entro il quale nasce e si evolve la soggettualità. L’ethos della scoperta di sé, ove si voglia superare la trappola individualista dell’ipostasi psicologica del soggetto, non può essere letto e interpretato prescindendo dalla relazione forte è immanente che lega, in un rapporto di reciprocità ed interazione per sua natura asimmetrico, individuo e collettività. Si parla a riguardo di “condizioni sociali della soggettività”, includendo in esse fattori diversi e tuttavia interdipendenti che possono essere categorizzati nelle condizioni culturali, economiche, politiche e geografiche; queste ultime, in particolare, sono quelle che sottendono il processo di costruzione dell’identità territoriale e rivestono un’importanza fondamentale nei meccanismi d’interazione tra l’individuo, la comunità e il territorio. Il contributo partendo dal concetto di soggettualità territoriale, propone un’analisi del ruolo che questa svolge nei processi di pianificazione strategica del territorio e, più nello specifico, in quel particolare momento della pianificazione che è l’elaborazione della vision; intesa, quest’ultima, come proiezione strategica dell’io territoriale, capace di orientare e giustificare l’agire individuale e collettivo. La stessa efficacia dei modelli di governance che sottendono la pianificazione strategica viene in larga misura a dipendere dal livello di soggettualità che il territorio è in grado di esprimere, posto che è questa qualità territoriale – mai sufficientemente indagata – a favorire il coinvolgimento attivo degli attori locali e il processo di convergenza strategica che precede l’individuazione degli obiettivi, prima, e la definizione delle linee d’azione, poi. Tra esperienze di governance e soggettualità territoriale si insatura peraltro un relazione di reciprocità, giacché il successo di meccanismi partenariali, come quelli appena richiamati, sedimentandosi nella memoria collettiva e concretizzandosi in azioni di territorializzazione dello spazio fisico, rafforzano la soggettualità territoriale e la sua capacità di plasmare lo spazio e di orientare l’agire collettivo. Questa forma di soggettualità ha inoltre una funzione fondamentale nei processi di ispessimento del tessuto relazionale che sono propri di talune configurazioni economico-territoriali, come i distretti produttivi o i sistemi locali territoriali a questi assimilabili. In generale qualsiasi forma di aggregazione sociale su base territoriale – abbia essa una connotazione economica, culturale o politica – sembra essere favorita dalla presenza di una soggettualità territoriale, in quanto questa, fondandosi sulla condivisione di un medesimo sistema valoriale e di una comune matrice identitaria, è alla base dei processi di accumulazione del capitale sociale. Di conseguenza la soggettualità territoriale si impone come elemento costitutivo della stessa competitività territoriale che nel capitale sociale ha una delle sue determinanti immateriali. La conclusione a cui perviene il contributo è che a livello locale la pianificazione strategica risulta efficace se può contare su una forte soggettualità territoriale capace di sostenere il processo di convergenza strategica tra gli attori locali e il coinvolgimento attivo della comunità locale nella fase di attuazione del piano. La costruzione di una soggettualità territoriale diviene dunque un obiettivo imprescindibile perché si possano promuovere e sostenere a scala locale processi di sviluppo endogeno ed autocentrato e perché la vision attorno alla quale viene costruito il piano strategico possa effettivamente acquisire una funzione performativa nei confronti della realtà territoriale.
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