Within the field of argumentative analysis, the aim of this article is to put into evidence how a locutor can pragmatically organize his political discourse, exploiting the semantic potentialities of the axiological adjective. In the specific, this study is focused on Zola’s J’Accuse, the text that changed the state of a judicial vicissitude already compromised, with national and supranational implications. We will examine how Zola managed to strategically use the axiological adjective in order to develop his personal process on two sides: the accusation against the people responsible for the affaire and the defense in favour of Dreyfus and the other victims of the case. In particular, the set of negative forms are exploited in order to characterize the “vrais coupables” and the affaire in general, in a pejorative way, using insult and even causing outrage. Zola exalts the qualities with positive adjectives, and favorably expresses support for the defendant and the other implied victims, included the President of the Republic. Within the most common semantic sphere, that is the moral, thus, in the J’Accuse, the axiological adjective constitutes a forceful political act within the whole and within Zola’s coherent design. Nell’ambito dell’analisi argomentativa, il presente articolo si propone l’obiettivo di mettere in evidenza come un locutore possa organizzare pragmaticamente il suo discorso politico, sfruttando le potenzialità semantiche dell’aggettivo assiologico. Nello specifico, vedremo come Zola nel J’Accuse, il testo che ha cambiato le sorti di una vicenda giudiziaria già pregiudicata con risvolti nazionali e sovranazionali, abbia saputo servirsi strategicamente dell’aggettivo assiologico per sviluppare il suo processo personale su due fronti: l’accusa contro i responsabili dell’affaire e la difesa in favore di Dreyfus e delle altre vittime del caso. In particolare, l’insieme delle forme negative sono sfruttate per qualificare in modo dispregiativo, sotto forma di insulto e persino di oltraggio, i “vrais coupables” e l’affaire in generale; con gli aggettivi positivi Zola esalta le qualità e si esprime favorevolmente per il condannato e le altre vittime implicate, compreso il Presidente della Repubblica. Nell’ambito semantico più sfruttato che è quello morale, l’aggettivo assiologico viene a costituire così, nel J’Accuse, un efficace atto politico all’interno del complessivo e coerente disegno zoliano.

Il ruolo dell'aggettivo assiologico nel "J'Accuse" di Zola.

SPAGNA, Maria Immacolata
2012-01-01

Abstract

Within the field of argumentative analysis, the aim of this article is to put into evidence how a locutor can pragmatically organize his political discourse, exploiting the semantic potentialities of the axiological adjective. In the specific, this study is focused on Zola’s J’Accuse, the text that changed the state of a judicial vicissitude already compromised, with national and supranational implications. We will examine how Zola managed to strategically use the axiological adjective in order to develop his personal process on two sides: the accusation against the people responsible for the affaire and the defense in favour of Dreyfus and the other victims of the case. In particular, the set of negative forms are exploited in order to characterize the “vrais coupables” and the affaire in general, in a pejorative way, using insult and even causing outrage. Zola exalts the qualities with positive adjectives, and favorably expresses support for the defendant and the other implied victims, included the President of the Republic. Within the most common semantic sphere, that is the moral, thus, in the J’Accuse, the axiological adjective constitutes a forceful political act within the whole and within Zola’s coherent design. Nell’ambito dell’analisi argomentativa, il presente articolo si propone l’obiettivo di mettere in evidenza come un locutore possa organizzare pragmaticamente il suo discorso politico, sfruttando le potenzialità semantiche dell’aggettivo assiologico. Nello specifico, vedremo come Zola nel J’Accuse, il testo che ha cambiato le sorti di una vicenda giudiziaria già pregiudicata con risvolti nazionali e sovranazionali, abbia saputo servirsi strategicamente dell’aggettivo assiologico per sviluppare il suo processo personale su due fronti: l’accusa contro i responsabili dell’affaire e la difesa in favore di Dreyfus e delle altre vittime del caso. In particolare, l’insieme delle forme negative sono sfruttate per qualificare in modo dispregiativo, sotto forma di insulto e persino di oltraggio, i “vrais coupables” e l’affaire in generale; con gli aggettivi positivi Zola esalta le qualità e si esprime favorevolmente per il condannato e le altre vittime implicate, compreso il Presidente della Repubblica. Nell’ambito semantico più sfruttato che è quello morale, l’aggettivo assiologico viene a costituire così, nel J’Accuse, un efficace atto politico all’interno del complessivo e coerente disegno zoliano.
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