L’intervento di M. Forcina tratta di un testo di Pierre Leroux e il titolo del libro, Individualismo e Socialismo, riprende un saggio, scritto nel 1834, in cui l’autore usava in modo nuovo quelli che allora erano due neologismi, li usava in modo nuovo anche per la tradizione politica a noi contemporanea. Ciò che è particolarmente interessante è la relazione che Leroux ha posto tra queste due idee politiche. Egli, criticando il socialismo che, opponendo il bene della società a quello del singolo, assolutizza l’altruismo, criticava contemporaneamente l’individualismo che, opponendo i valori dell’individuo e del capitale a quelli della società, assolutizza sempre l’egoismo. Nessuno dei due progetti politici può essere accettato, sosteneva Leroux che vedeva, invece, la dignità dell’uomo assicurata proprio dalla proprietà di un certo numero di beni materiali e la socialità garantita dal rispetto dell’uguaglianza non formale. Come dire che, ancora una volta, l’avvenire non può essere sistematicamente progettato, ma ha bisogno di uno sguardo nuovo perché non ha niente a che fare con la categoria del progresso o con quella della realizzazione prometeica. Leroux parla di avvenire vivente e finito, esistenza e, nell’esistenza, l’ambiguità dell’agire. Anche la morale è la possibilità di restare aderenti alla singolarità del caso e alla sua soluzione reale, non prevista, indeterminata, che vi apporta ogni singolo uomo perché, come Forcina legge in questa pubblicazione, “l’indefinito (è) il suo diritto”.

Pierre Leroux: Tra Individualismo e Socialismo

FORCINA, Marisa
2009-01-01

Abstract

L’intervento di M. Forcina tratta di un testo di Pierre Leroux e il titolo del libro, Individualismo e Socialismo, riprende un saggio, scritto nel 1834, in cui l’autore usava in modo nuovo quelli che allora erano due neologismi, li usava in modo nuovo anche per la tradizione politica a noi contemporanea. Ciò che è particolarmente interessante è la relazione che Leroux ha posto tra queste due idee politiche. Egli, criticando il socialismo che, opponendo il bene della società a quello del singolo, assolutizza l’altruismo, criticava contemporaneamente l’individualismo che, opponendo i valori dell’individuo e del capitale a quelli della società, assolutizza sempre l’egoismo. Nessuno dei due progetti politici può essere accettato, sosteneva Leroux che vedeva, invece, la dignità dell’uomo assicurata proprio dalla proprietà di un certo numero di beni materiali e la socialità garantita dal rispetto dell’uguaglianza non formale. Come dire che, ancora una volta, l’avvenire non può essere sistematicamente progettato, ma ha bisogno di uno sguardo nuovo perché non ha niente a che fare con la categoria del progresso o con quella della realizzazione prometeica. Leroux parla di avvenire vivente e finito, esistenza e, nell’esistenza, l’ambiguità dell’agire. Anche la morale è la possibilità di restare aderenti alla singolarità del caso e alla sua soluzione reale, non prevista, indeterminata, che vi apporta ogni singolo uomo perché, come Forcina legge in questa pubblicazione, “l’indefinito (è) il suo diritto”.
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