Il dibattito storiografico sulla storia delle donne, con particolare riferimento alle scritture femminili, si è arricchito in tempi più recenti di ricerche che hanno fatto emergere, talvolta in maniera imprevista, una pluralità di percorsi al femminile che in molti casi esulano, si sganciano dai modelli classici della femminilità. Gli itinerari di vita (pubblici e privati), nelle loro numerose interazioni, permettono, infatti, di comprendere in maniera più ravvicinata realtà, ambiti, contesti per esplorare e reinterpretare un’epoca attraverso nuovi codici narrativi, sociali, politici. Da questo punto di vista, risulta significativa la vicenda della giornalista e scrittrice Maddalena Santoro, figura di intellettuale dinamica ed emancipata, che da Lecce giunge a Milano, dove con il ‘mestiere della scrittura’ riesce a ritagliarsi uno spazio rilevante nello scenario culturale del ventennio fascista. L’indagine, condotta attraverso l’intreccio progressivamente sempre più fitto di piani di lettura differenti (dalle trame dei romanzi alle annotazioni giornalistiche, dalle recensioni alle scritture private) ha svelato la “presenza” di una donna, di una letterata, di una professionista fortemente attiva nelle pieghe di una società pensata al maschile. Ma ha acceso anche spie significative su altri fronti. Da un lato ha permesso di cogliere esperienze, mentalità, prese di posizione, contraddizioni nell’ambito del milieu di regime in cui la scrittrice lavora; dall’altro ha consentito di mettere in rilievo e di valutare il ruolo di mediazione con il potere esercitato da una intellettuale/donna non-engagée, che si esplicita nel complesso e spesso ambiguo panorama culturale e politico del fascismo al femminile.

Intellettuali e fascismo. Un percorso al femminile: Maddalena Santoro (1884-1944)

DE DONNO, Daria
2010-01-01

Abstract

Il dibattito storiografico sulla storia delle donne, con particolare riferimento alle scritture femminili, si è arricchito in tempi più recenti di ricerche che hanno fatto emergere, talvolta in maniera imprevista, una pluralità di percorsi al femminile che in molti casi esulano, si sganciano dai modelli classici della femminilità. Gli itinerari di vita (pubblici e privati), nelle loro numerose interazioni, permettono, infatti, di comprendere in maniera più ravvicinata realtà, ambiti, contesti per esplorare e reinterpretare un’epoca attraverso nuovi codici narrativi, sociali, politici. Da questo punto di vista, risulta significativa la vicenda della giornalista e scrittrice Maddalena Santoro, figura di intellettuale dinamica ed emancipata, che da Lecce giunge a Milano, dove con il ‘mestiere della scrittura’ riesce a ritagliarsi uno spazio rilevante nello scenario culturale del ventennio fascista. L’indagine, condotta attraverso l’intreccio progressivamente sempre più fitto di piani di lettura differenti (dalle trame dei romanzi alle annotazioni giornalistiche, dalle recensioni alle scritture private) ha svelato la “presenza” di una donna, di una letterata, di una professionista fortemente attiva nelle pieghe di una società pensata al maschile. Ma ha acceso anche spie significative su altri fronti. Da un lato ha permesso di cogliere esperienze, mentalità, prese di posizione, contraddizioni nell’ambito del milieu di regime in cui la scrittrice lavora; dall’altro ha consentito di mettere in rilievo e di valutare il ruolo di mediazione con il potere esercitato da una intellettuale/donna non-engagée, che si esplicita nel complesso e spesso ambiguo panorama culturale e politico del fascismo al femminile.
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