Questa ricerca si propone di verificare la plausibilità di taluni testi letterari, in particolare Delitto e castigo di Dostoevskij, L’uomo senza qualità di Musil e Lo Straniero di Camus, come critica della relazione tra il diritto, il delitto, la pena. Utilizzando la teoria della figurazione di Elias, meticciata con i testi di Foucault, si guarda alla letteratura perché in grado di rendere visibile ed enunciabile la complessità di questa relazione, la configurazione dei paradigmi giuridici e la loro declinazione fattuale, l’articolazione problematica tra diritto vigente e diritto vivente. Si mostra, allora, come la vicenda delineata da Dostoevskij in Delitto e Castigo, con la sua difesa della responsabilità penale come responsabilità soggettiva primaria contro ogni determinismo bio-psichico e statistico-sociale, possa apportare un contributo di grande livello al dibattito criminologico attuale. Ancora, si vede come attraverso le interrelate vicende dei due protagonisti del romanzo di Musil, Ulrich e Moosbrugger, l’uomo senza qualità e il criminale in attesa di giudizio, unitamente a quelle del coro di personaggi della società viennese che vi fa da sfondo, si metta in crisi il concetto giuridico di infermità mentale. Ne Lo Straniero, infine, si ritrova il meccanismo di costruzione “pre-giudiziale” della colpevolezza, nello svolgimento del processo giudiziario teso a dimostrare la continuità crono-logica tra la personalità dell’imputato e la commissione dell’atto criminoso.

Figurazioni letterarie del processo penale: Dostoevskij, Musil, Camus

STRAZZERI, Marcello
2009-01-01

Abstract

Questa ricerca si propone di verificare la plausibilità di taluni testi letterari, in particolare Delitto e castigo di Dostoevskij, L’uomo senza qualità di Musil e Lo Straniero di Camus, come critica della relazione tra il diritto, il delitto, la pena. Utilizzando la teoria della figurazione di Elias, meticciata con i testi di Foucault, si guarda alla letteratura perché in grado di rendere visibile ed enunciabile la complessità di questa relazione, la configurazione dei paradigmi giuridici e la loro declinazione fattuale, l’articolazione problematica tra diritto vigente e diritto vivente. Si mostra, allora, come la vicenda delineata da Dostoevskij in Delitto e Castigo, con la sua difesa della responsabilità penale come responsabilità soggettiva primaria contro ogni determinismo bio-psichico e statistico-sociale, possa apportare un contributo di grande livello al dibattito criminologico attuale. Ancora, si vede come attraverso le interrelate vicende dei due protagonisti del romanzo di Musil, Ulrich e Moosbrugger, l’uomo senza qualità e il criminale in attesa di giudizio, unitamente a quelle del coro di personaggi della società viennese che vi fa da sfondo, si metta in crisi il concetto giuridico di infermità mentale. Ne Lo Straniero, infine, si ritrova il meccanismo di costruzione “pre-giudiziale” della colpevolezza, nello svolgimento del processo giudiziario teso a dimostrare la continuità crono-logica tra la personalità dell’imputato e la commissione dell’atto criminoso.
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