In questo lavoro si presentano i risultati di un’indagine svolta sulla vitalità odierna del grico in una delle comunità griche del Salento, Corigliano d’Otranto (LE). Il paese fa parte della Grecia Salentina, la cui parlata minoritaria è oggi assediata sia dalla lingua italiana che dal dialetto romanzo. Per la ricerca è stato utilizzato un questionario-traduzione tradizionale, composto di 66 frasi per studiare il sistema odierno degli aggettivi. Il questionario è stato somministrato ad un campione omogeneo, costituito da parlanti anziani, poco scolarizzati, nati e vissuti sempre a Corigliano. Dai dati raccolti è risultata una situazione linguistica alquanto variegata: infatti si sono registrati punti di resistenza forte (posizione e grado dell’aggettivo), debole (forme sintetiche del comparativo e del superlativo) e minima (i complementatori, il superlativo assoluto analitico e il superlativo relativo). Lo studio di questa struttura morfologica ci porta a concludere che siamo in una fase complessa di language decay, dove i parlanti intervistati, portatori del ‘migliore grico’ si rivelano in realtà semi-speaker, in quanto sono testimoni di una fase estrema , e allo stesso tempo variabile, di resistenza del grico, minacciato non dal dialetto ma dall’italiano. Una resistenza a ‘macchia di leopardo’con ampie zone di cedimento strutturale (attrition) ed alcune significative testimonianze di vitalità residua.
Spie morfologiche della resistenza del grico in Salento
MIGLIETTA, Annarita;SOBRERO, Alberto
2008-01-01
Abstract
In questo lavoro si presentano i risultati di un’indagine svolta sulla vitalità odierna del grico in una delle comunità griche del Salento, Corigliano d’Otranto (LE). Il paese fa parte della Grecia Salentina, la cui parlata minoritaria è oggi assediata sia dalla lingua italiana che dal dialetto romanzo. Per la ricerca è stato utilizzato un questionario-traduzione tradizionale, composto di 66 frasi per studiare il sistema odierno degli aggettivi. Il questionario è stato somministrato ad un campione omogeneo, costituito da parlanti anziani, poco scolarizzati, nati e vissuti sempre a Corigliano. Dai dati raccolti è risultata una situazione linguistica alquanto variegata: infatti si sono registrati punti di resistenza forte (posizione e grado dell’aggettivo), debole (forme sintetiche del comparativo e del superlativo) e minima (i complementatori, il superlativo assoluto analitico e il superlativo relativo). Lo studio di questa struttura morfologica ci porta a concludere che siamo in una fase complessa di language decay, dove i parlanti intervistati, portatori del ‘migliore grico’ si rivelano in realtà semi-speaker, in quanto sono testimoni di una fase estrema , e allo stesso tempo variabile, di resistenza del grico, minacciato non dal dialetto ma dall’italiano. Una resistenza a ‘macchia di leopardo’con ampie zone di cedimento strutturale (attrition) ed alcune significative testimonianze di vitalità residua.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.