Quest’articolo è stato concepito a seguito del dibattito sul tomismo, diversi anni prima tra il Prof. D. Antiseri e il Card. C. Ruini. In quella circostanza la risposta del Cardinale è stata di alta levatura teologica e filosofica, tuttavia la sua efficacia si mostrava nella sua evidenza solo a chi ne conosceva i presupposti teo¬retici, che l’illustre porporato, in quella sede, non poteva non dare che per scon¬tati. Il presente lavoro si sofferma in particolare su questi presupposti, che vanno dalla metafisica alla logica, dalla gnoseologia alla morale, dall’epistemologia alla teologia naturale. Il suo scopo è di rimettere in discussione presso gli storici della filosofia la convinzione diffusa che dopo Kant non ha più ragion d’essere nessuna riproposizione delle prove dell’esistenza di Dio. Vi si dimostra che la critica di Kant, che tiene presente la struttura della dimostrazione dell’esistenza di Dio secondo il modello del sillogismo stoico o secondo il modello della provo ontologica, non intacca minimamente le cinque vie tommasiane, che non hanno niente a che fare, nella loro struttura logica, né con quelle dimostrazioni, che Kant, tra l’altro, giustamente critica, così come, a suo tempo, le aveva già criticate San Tommaso. Quest’articolo, pubblicato con diversi anni di ritardo, ulteriormente sviluppato, ha dato poi origine al volume «Filosofia e religione in San Tommaso e Kant» (Napoli, EDI, 1997, pp. 312).

L’insufficienza della critica kantiana alla prova cosmologica di S. Tommaso

FIORENTINO, Fernando
2005-01-01

Abstract

Quest’articolo è stato concepito a seguito del dibattito sul tomismo, diversi anni prima tra il Prof. D. Antiseri e il Card. C. Ruini. In quella circostanza la risposta del Cardinale è stata di alta levatura teologica e filosofica, tuttavia la sua efficacia si mostrava nella sua evidenza solo a chi ne conosceva i presupposti teo¬retici, che l’illustre porporato, in quella sede, non poteva non dare che per scon¬tati. Il presente lavoro si sofferma in particolare su questi presupposti, che vanno dalla metafisica alla logica, dalla gnoseologia alla morale, dall’epistemologia alla teologia naturale. Il suo scopo è di rimettere in discussione presso gli storici della filosofia la convinzione diffusa che dopo Kant non ha più ragion d’essere nessuna riproposizione delle prove dell’esistenza di Dio. Vi si dimostra che la critica di Kant, che tiene presente la struttura della dimostrazione dell’esistenza di Dio secondo il modello del sillogismo stoico o secondo il modello della provo ontologica, non intacca minimamente le cinque vie tommasiane, che non hanno niente a che fare, nella loro struttura logica, né con quelle dimostrazioni, che Kant, tra l’altro, giustamente critica, così come, a suo tempo, le aveva già criticate San Tommaso. Quest’articolo, pubblicato con diversi anni di ritardo, ulteriormente sviluppato, ha dato poi origine al volume «Filosofia e religione in San Tommaso e Kant» (Napoli, EDI, 1997, pp. 312).
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