Formazione integrata e terzo settore

Quella della formazione integrata è stata inizialmente, e fondamentalmente, poco più che una intuizione, una felice ed efficace intuizione, ben lontana da quegli assetti concettuali che di solito accompagnano una proposta procedurale asservita ad un chiaro ed esplicito modello epistemologicamente fondato. Negli ultimi tempi si è fatta strada l’ipotesi che le attività di formazione debbano prestare attenzione all’essere, e quindi al profilo progettuale della persona. Ritornare su questo punto sembra opportuno, per sottolineare che proprio qui deve radicarsi quella idea di unità che risulta implicita nella nozione di integrazione. Questo significa e comporta, per un verso, l’urgenza di ricordare e di ribadire la valenza squisitamente educativa delle attività di formazione professionale; per altro verso, permette di sottolineare che l’unità della persona si celebra nella sua capacità di dare senso e significato all’esperienza, di iscriverla entro coordinate di crescita della libertà e dell’autonomia, connotandola come centro di decisioni etiche e sede della libertà e dei valori.