Liber de miraculis è un'ampia opera di traduzione dal greco attribuita ad un monaco e prete della metà dell'XI secolo, Giovanno Monaco o Amalfitano. Allo stesso autore sono state attribuite anche le versioni latine di altre opere come l'Obitus Nicolai, la Passio Herinis, la Vita Johannis Calibytae, la Vita Johannis Elemosynaii, il miracolo dell'uccisione del drago da parte di San Gorgio, la Vita Epiphanii e la Vita Amphilochii. L'opera, una raccolta di miracoli e prodigi per la maggior parte attribuiti a reliquie, è rivolta principalmente all'ambiente monastico ma anche, più in generale, a quello della colonia mercantile amalfitana a Costantinopoli e rappresenta per questo, una fonte molto importante per la conoscenza della vita e della formazione spirituale dei mercanti amalfitani nell'XI secolo. Queste narrazioni costituivano dunque uno strumento adatto anche per la pastorale rivolta ai laici. L'opera fu segnalata per la prima volta nel 1721 da Bernard Petz che ne rinvenne il manoscritto monacense Clm 4625 (sec. XIII). Viene presentato l'elenco dei testimoni che tramandano il Liber de miraculis, classificandoli in ordine cronologico e con le sigle usate nella tradizione editoriale; i manoscritti in questione sono undici e ricoprono un arco temporale compreso fra il XII e il XV secolo. Essi documentano differenze di natura redazionale, rifacimenti e modifiche che potrebbero risalire a diverse fasi del lavoro di Giovanni Monaco, ovvero all'iniziativa di un prosecutore della sua opera. Sono in seguito descritte le caratteristiche di ciascuna delle due redazioni individuate valutando dati stilistici e contenutistici.
Johannes Amalfitanus Monachus
MICOLANI, Antonella
2008-01-01
Abstract
Liber de miraculis è un'ampia opera di traduzione dal greco attribuita ad un monaco e prete della metà dell'XI secolo, Giovanno Monaco o Amalfitano. Allo stesso autore sono state attribuite anche le versioni latine di altre opere come l'Obitus Nicolai, la Passio Herinis, la Vita Johannis Calibytae, la Vita Johannis Elemosynaii, il miracolo dell'uccisione del drago da parte di San Gorgio, la Vita Epiphanii e la Vita Amphilochii. L'opera, una raccolta di miracoli e prodigi per la maggior parte attribuiti a reliquie, è rivolta principalmente all'ambiente monastico ma anche, più in generale, a quello della colonia mercantile amalfitana a Costantinopoli e rappresenta per questo, una fonte molto importante per la conoscenza della vita e della formazione spirituale dei mercanti amalfitani nell'XI secolo. Queste narrazioni costituivano dunque uno strumento adatto anche per la pastorale rivolta ai laici. L'opera fu segnalata per la prima volta nel 1721 da Bernard Petz che ne rinvenne il manoscritto monacense Clm 4625 (sec. XIII). Viene presentato l'elenco dei testimoni che tramandano il Liber de miraculis, classificandoli in ordine cronologico e con le sigle usate nella tradizione editoriale; i manoscritti in questione sono undici e ricoprono un arco temporale compreso fra il XII e il XV secolo. Essi documentano differenze di natura redazionale, rifacimenti e modifiche che potrebbero risalire a diverse fasi del lavoro di Giovanni Monaco, ovvero all'iniziativa di un prosecutore della sua opera. Sono in seguito descritte le caratteristiche di ciascuna delle due redazioni individuate valutando dati stilistici e contenutistici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.