E' una lettura formalistica di una raccolta-chiave nell'opera di Cattafi, che fa emergere una furia associazionistica, in quella poesia, assata sul disordinamento del luogo comune, sulla decomposizione del «poncif», tramata da immagini di violenza virtuale e disinnescata, con autoironia stralunata. Vi si illustra come la tòpica della macchina, delle lame, dei roncigli, le fantasie inorganiche e metalliche evochino una volontà di rottura di un'immobilità e di un vuoto avvertiti come, di volta in volta, metafisici o gravidi di cattiva coscienza.

Lettura de "L'osso, l'anima" di Bartolo Cattafi

PUCCETTI, Valter Leonardo
1996-01-01

Abstract

E' una lettura formalistica di una raccolta-chiave nell'opera di Cattafi, che fa emergere una furia associazionistica, in quella poesia, assata sul disordinamento del luogo comune, sulla decomposizione del «poncif», tramata da immagini di violenza virtuale e disinnescata, con autoironia stralunata. Vi si illustra come la tòpica della macchina, delle lame, dei roncigli, le fantasie inorganiche e metalliche evochino una volontà di rottura di un'immobilità e di un vuoto avvertiti come, di volta in volta, metafisici o gravidi di cattiva coscienza.
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