Si tratta di una lettura del canto ventesimo dell'"Inferno" dantesco, che investiga la natura della colpa della divinazione per come emerge dalla pena inflitta agli indovini e sulla base dei testi patristici i quali sembrino essere stati fruiti, sull'argomento, da Dante e vengono adibiti dallo scrivente, particolarmente, alla risoluzione della crux interpretativa del verso 30 del canto. Ricca l'intertestualità reperita col "Liber phisionomiae", opera di fisiognomica di Michele Scotto, uno dei dannati del canto, che sembra da Dante ironicamente ritorta, secondo alcune descrizioni dei modi del contrappasso, contro Scotto stesso ma anche contro altri suoi compagni di pena (soprattutto Manto).
La galleria fisiognomica del canto XX dell'"Inferno"
PUCCETTI, Valter Leonardo
1994-01-01
Abstract
Si tratta di una lettura del canto ventesimo dell'"Inferno" dantesco, che investiga la natura della colpa della divinazione per come emerge dalla pena inflitta agli indovini e sulla base dei testi patristici i quali sembrino essere stati fruiti, sull'argomento, da Dante e vengono adibiti dallo scrivente, particolarmente, alla risoluzione della crux interpretativa del verso 30 del canto. Ricca l'intertestualità reperita col "Liber phisionomiae", opera di fisiognomica di Michele Scotto, uno dei dannati del canto, che sembra da Dante ironicamente ritorta, secondo alcune descrizioni dei modi del contrappasso, contro Scotto stesso ma anche contro altri suoi compagni di pena (soprattutto Manto).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.