L’avviamento alla pratica sportiva dei bambini e dei giovani e, in più in generale, gli indirizzi dell’educazione allo sport ed attraverso lo sport in età evolutiva e delle relative metodologie dell’intervento pedagogico e didattico, è stato un tema ampiamente studiato nel nostro Paese sin dagli anni settanta da numerosi e diversi ambiti scientifici. Un tema fecondo in particolare per la sua permeabilità sociale ed il coinvolgimento di varie agenzie formative. Lo sport dei bambini e dei giovani ha visto, quindi, la confluenza di vari interessi scientifici, inizialmente riconducibili, in modo particolare, ai molteplici aspetti di ordine medico-biologico che la pratica sportiva richiama, riferiti alla prevenzione ed alla cura di varie patologie non trasmissibili o strettamente legati alla tendenza ad anticipare, in età evolutiva, l’inizio della partecipazione alle competizioni federali e lo sviluppo della prestazione tecnica. Via via altri ambiti dalla psicologia, alla pedagogia ed alla didattica, dalla sociologia alle scienze dello sport, hanno studiato il fenomeno dalle rispettive prospettive e livelli di conoscenza. Purtroppo, ad oggi manca un modello unificante o uno sfondo integratore di riferimento di progetti ed azioni didattiche.I contenuti dei capitoli del volume di Clarissa Sorrentino evidenziano con chiarezza ed organicità il fermento interdisciplinare cui abbiamo accennato e, congiuntamente, significati psicopedagogici e didattici, difficilmente rintracciabili in altri campi scientifici. L’identificazione e la promozione del talento hanno suscitato un notevole interesse nella comunità scientifica internazionale e nazionale che nel corso degli anni ha compiuto significativi progressi nell’analisi dei fattori determinanti la predisposizione all’attività sportiva e l’eccellenza sportiva. Purtroppo, ancora oggi i limiti più evidenti di molti approcci organizzativi e didattici in tal senso riguardano lo sviluppo del processo educativo dell’allievo, cioè la costante attenzione all’unità della persona ed alla stretta interconnessione tra funzioni motorie, cognitive, emotive e relazionali-inclusive, all’impatto del compito motorio o prestazione sportiva a livello organico, cognitivo-emotivo, sociale. Il volume di Clarissa Sorrentino evidenzia con singolare rigore metodologico ed esaustività le problematiche scientifiche, organizzative e metodologiche caratterizzanti i diversi approcci alla ricerca e valorizzazione del talento. Emergono con chiarezza approcci psicologici, pedagogici e didattici ed intersezioni socioculturali non frequenti in lavori accademici, su un tema per molti aspetti affrontato solo spesso in modo parziale, nell’ambito delle scienze dello sport. Occuparsi di promozione del talento sportivo in età evolutiva, significa prendere in carico il processo educativo della persona; è necessario spostare lo sguardo dalla prestazione alla persona e dalla performance al processo educativo che la genera e da cui dipende fortemente. Nel volume emerge purtroppo come e quanto il modello tecnico-sportivo (metrico, cronometrico, di punteggio) sia ancora largamente diffuso con i suoi limiti pedagogici, psicologici e fisiologici. Nella lettura del testo emergono diverse direzioni di marcia attuali e ineludibili, tra loro complementari, che contribuiscono ad una rinnovata interpretazione del processo educativo del talento sportivo. I capitoli di questo volume costituiscono riflessioni e ricerca su un’interpretazione, basata su evidenze, di un lungo processo verso la comprensione del costrutto di talento nonché del processo di formazione dell’insegnante che riflette sulle scelte metodologiche compiute, sugli effetti del suo intervento educativo e sulle relazioni interpersonali che sollecita nei suoi allievi ed allieve. Tale processo chiama in causa la famiglia, l’insegnante di educazione fisica a scuola, l’allenatore delle federazioni sportive in un incessante e dinamico rapporto educativo in favore dello sviluppo personale e sociale degli allievi e delle allieve. A tale proposito di particolare rilievo risulta l’analisi compiuta da Clarissa Sorrentino sulle competenze ed il processo formativo del coaching, sul processo di acquisizione e sviluppo di competenze non solo tecniche e sulla necessità di giungere ad un insegnamento riflessivo sempre orientato alla crescita della persona. Ineludibile nel processo educativo di promozione delle potenzialità della persona, l’approccio metodologico, la relazione tra le metodologie didattiche che sollecitano, in momenti diversi della lezione e del processo didattico, la centralità dell’allievo e dell’insegnante. La scelta degli stili d’insegnamento orienta il comportamento dell’insegnante verso la riproduzione o la produzione di risposte motorie predefinite o aperte e creative o non-lineari e questo evidenzia la mediazione educativa per il processo di apprendimento e sviluppo motorio. È questo il vero e proprio snodo che conferisce direzione e significatività al processo educativo. La presentazione nel volume dello strumento diagnostico, la Scala SISP (Scale for identification of Sport Potential) accresce e valorizza la valenza scientifica, evidenziando un indirizzo scientifico valido ed attendibile per gli allenatori, i laureati in Scienze motorie e sportive e gli psicologi dello sport per individuare le risorse personali, misurare il potenziale sportivo in giovani atleti sin dalla scuola primaria.
Prefazione al volume: Coltivare Talenti. Sport, Educazione, Ricerca
Dario Colella
Writing – Original Draft Preparation
2025-01-01
Abstract
L’avviamento alla pratica sportiva dei bambini e dei giovani e, in più in generale, gli indirizzi dell’educazione allo sport ed attraverso lo sport in età evolutiva e delle relative metodologie dell’intervento pedagogico e didattico, è stato un tema ampiamente studiato nel nostro Paese sin dagli anni settanta da numerosi e diversi ambiti scientifici. Un tema fecondo in particolare per la sua permeabilità sociale ed il coinvolgimento di varie agenzie formative. Lo sport dei bambini e dei giovani ha visto, quindi, la confluenza di vari interessi scientifici, inizialmente riconducibili, in modo particolare, ai molteplici aspetti di ordine medico-biologico che la pratica sportiva richiama, riferiti alla prevenzione ed alla cura di varie patologie non trasmissibili o strettamente legati alla tendenza ad anticipare, in età evolutiva, l’inizio della partecipazione alle competizioni federali e lo sviluppo della prestazione tecnica. Via via altri ambiti dalla psicologia, alla pedagogia ed alla didattica, dalla sociologia alle scienze dello sport, hanno studiato il fenomeno dalle rispettive prospettive e livelli di conoscenza. Purtroppo, ad oggi manca un modello unificante o uno sfondo integratore di riferimento di progetti ed azioni didattiche.I contenuti dei capitoli del volume di Clarissa Sorrentino evidenziano con chiarezza ed organicità il fermento interdisciplinare cui abbiamo accennato e, congiuntamente, significati psicopedagogici e didattici, difficilmente rintracciabili in altri campi scientifici. L’identificazione e la promozione del talento hanno suscitato un notevole interesse nella comunità scientifica internazionale e nazionale che nel corso degli anni ha compiuto significativi progressi nell’analisi dei fattori determinanti la predisposizione all’attività sportiva e l’eccellenza sportiva. Purtroppo, ancora oggi i limiti più evidenti di molti approcci organizzativi e didattici in tal senso riguardano lo sviluppo del processo educativo dell’allievo, cioè la costante attenzione all’unità della persona ed alla stretta interconnessione tra funzioni motorie, cognitive, emotive e relazionali-inclusive, all’impatto del compito motorio o prestazione sportiva a livello organico, cognitivo-emotivo, sociale. Il volume di Clarissa Sorrentino evidenzia con singolare rigore metodologico ed esaustività le problematiche scientifiche, organizzative e metodologiche caratterizzanti i diversi approcci alla ricerca e valorizzazione del talento. Emergono con chiarezza approcci psicologici, pedagogici e didattici ed intersezioni socioculturali non frequenti in lavori accademici, su un tema per molti aspetti affrontato solo spesso in modo parziale, nell’ambito delle scienze dello sport. Occuparsi di promozione del talento sportivo in età evolutiva, significa prendere in carico il processo educativo della persona; è necessario spostare lo sguardo dalla prestazione alla persona e dalla performance al processo educativo che la genera e da cui dipende fortemente. Nel volume emerge purtroppo come e quanto il modello tecnico-sportivo (metrico, cronometrico, di punteggio) sia ancora largamente diffuso con i suoi limiti pedagogici, psicologici e fisiologici. Nella lettura del testo emergono diverse direzioni di marcia attuali e ineludibili, tra loro complementari, che contribuiscono ad una rinnovata interpretazione del processo educativo del talento sportivo. I capitoli di questo volume costituiscono riflessioni e ricerca su un’interpretazione, basata su evidenze, di un lungo processo verso la comprensione del costrutto di talento nonché del processo di formazione dell’insegnante che riflette sulle scelte metodologiche compiute, sugli effetti del suo intervento educativo e sulle relazioni interpersonali che sollecita nei suoi allievi ed allieve. Tale processo chiama in causa la famiglia, l’insegnante di educazione fisica a scuola, l’allenatore delle federazioni sportive in un incessante e dinamico rapporto educativo in favore dello sviluppo personale e sociale degli allievi e delle allieve. A tale proposito di particolare rilievo risulta l’analisi compiuta da Clarissa Sorrentino sulle competenze ed il processo formativo del coaching, sul processo di acquisizione e sviluppo di competenze non solo tecniche e sulla necessità di giungere ad un insegnamento riflessivo sempre orientato alla crescita della persona. Ineludibile nel processo educativo di promozione delle potenzialità della persona, l’approccio metodologico, la relazione tra le metodologie didattiche che sollecitano, in momenti diversi della lezione e del processo didattico, la centralità dell’allievo e dell’insegnante. La scelta degli stili d’insegnamento orienta il comportamento dell’insegnante verso la riproduzione o la produzione di risposte motorie predefinite o aperte e creative o non-lineari e questo evidenzia la mediazione educativa per il processo di apprendimento e sviluppo motorio. È questo il vero e proprio snodo che conferisce direzione e significatività al processo educativo. La presentazione nel volume dello strumento diagnostico, la Scala SISP (Scale for identification of Sport Potential) accresce e valorizza la valenza scientifica, evidenziando un indirizzo scientifico valido ed attendibile per gli allenatori, i laureati in Scienze motorie e sportive e gli psicologi dello sport per individuare le risorse personali, misurare il potenziale sportivo in giovani atleti sin dalla scuola primaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


