Nel 1958 Oronzo Parlangeli, nel saggio pubblicato sul numero 92 in «Rendiconti dell’Istituto lombardo - Classe di Lettere», intitolato "Postille e giunte al Vocabolario dei dialetti salentini" di G. Rohlfs, poco prima della pubblicazione del secondo volume del VDS e prima di quella del Supplemento del 1961, muove diverse critiche nei confronti dell’opera dello studioso tedesco che ha fornito alle lingue dell’estremo meridione quelle ben note opere lessicografiche tuttora rimaste insuperate. In particolare, Parlangeli non condivide la struttura stessa del vocabolario, riguardo alla scelta di comprendere un’area, quella della Terra d’Otranto, ben più ampia di quella delimitata dai criteri linguistici che separano i dialetti salentini da quelli chiaramente ascrivibili all’area barese. La critica prosegue sulla selezione delle fonti: si segnalano lacune a suo avviso imperdonabili, il ricorso dubbio a fonti segnalate ma di cui non si riscontrano voci che sarebbero dovute confluire nel VDS e altre sviste. Particolare rilievo acquisisce la questione relativa alla provenienza del "Libro di Sydrac" e diversi sono gli interventi relativi alle voci provenienti da quella che è la fonte più antica a disposizione, all’epoca nella sola edizione di De Bartholomaeis (1902). L’intervento si propone di offrire a) uno sguardo a posteriori sulle critiche mosse dal Parlangeli al VDS; b) un’indagine analitica dei suoi interventi relativi alle singole voci e alle aggiunte; c) una valutazione della misura in cui questi siano stati tenuti in considerazione da Rohlfs nella stesura del volume di Supplemento.
Il "Vocabolario dei dialetti salentini" e le "Postille e giunte" di Orazio Parlangèli
Perrone B
2022-01-01
Abstract
Nel 1958 Oronzo Parlangeli, nel saggio pubblicato sul numero 92 in «Rendiconti dell’Istituto lombardo - Classe di Lettere», intitolato "Postille e giunte al Vocabolario dei dialetti salentini" di G. Rohlfs, poco prima della pubblicazione del secondo volume del VDS e prima di quella del Supplemento del 1961, muove diverse critiche nei confronti dell’opera dello studioso tedesco che ha fornito alle lingue dell’estremo meridione quelle ben note opere lessicografiche tuttora rimaste insuperate. In particolare, Parlangeli non condivide la struttura stessa del vocabolario, riguardo alla scelta di comprendere un’area, quella della Terra d’Otranto, ben più ampia di quella delimitata dai criteri linguistici che separano i dialetti salentini da quelli chiaramente ascrivibili all’area barese. La critica prosegue sulla selezione delle fonti: si segnalano lacune a suo avviso imperdonabili, il ricorso dubbio a fonti segnalate ma di cui non si riscontrano voci che sarebbero dovute confluire nel VDS e altre sviste. Particolare rilievo acquisisce la questione relativa alla provenienza del "Libro di Sydrac" e diversi sono gli interventi relativi alle voci provenienti da quella che è la fonte più antica a disposizione, all’epoca nella sola edizione di De Bartholomaeis (1902). L’intervento si propone di offrire a) uno sguardo a posteriori sulle critiche mosse dal Parlangeli al VDS; b) un’indagine analitica dei suoi interventi relativi alle singole voci e alle aggiunte; c) una valutazione della misura in cui questi siano stati tenuti in considerazione da Rohlfs nella stesura del volume di Supplemento.File | Dimensione | Formato | |
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