Prefazione alla II edizione Sono passati quasi dieci anni da quando la prima edizione di Sociologia politica ha visto la luce. Molte colleghe e colleghi, che ringrazio, hanno scelto di adottarlo nei propri corsi, mostrando apprezzamento per l’impostazione che scelsi di dare al manuale. Da allora, migliaia di studentesse e studenti lo hanno studiato; alcuni con molta attenzione e cura per i dettagli, altri con più leggerezza, ma tutte e tut-ti ne hanno potuto scoprire i punti di forza e, ovviamente, gli eventuali punti di debolezza. In qualità di autore, sono meno interessato ai pregi e più attento ai li-miti del mio lavoro, molti dei quali hanno dovuto imbattersi nella dura prova dell’esperienza empirica per poter emergere. Per questa ragione, in questi anni ho raccolto le critiche costruttive di studenti e colleghi in attesa che giungesse il momento di poter mettere mano a questa seconda edizione che arriva dunque alle stampe sensibilmente migliorata. L’Editore ha fatto anche di più: ha intervistato anonimamente dieci docenti di sociologia politica che hanno letto con attenzione il testo offrendomi importanti suggerimenti. Alcune osservazioni erano espressio-ne della soggettività intellettuale degli studiosi interpellati, altre risentivano del corso di studi nell’ambito del quale insegnano (sociologia, scienze politiche, scienze della comunicazione, ecc.); in entrambi i casi si è trattato di rilievi sempre pertinenti che mi sono stati utilissimi nella stesura del volume. Al di là delle ri-chieste di integrazione di nuovi temi e orizzonti di ricerca della nostra disciplina, che è in continua evoluzione, come lo sono società e politica, tutte e tutti gli in-tervistati sembravano in accordo su un rilievo: «too many words», ossia troppe parole. L’organizzazione didattica del sistema universitario italiano rende effetti-vamente ostica l’adozione di testi troppo lunghi; per questa ragione, la seconda edizione di Sociologia politica, senza rinunciare alla sistematizzazione della ver-sione originaria, giunge alle stampe molto più snella. Per ottenere questo risulta-to, ho dovuto stravolgere il testo di base, raffinando il linguaggio, in origine fin troppo ridondante, ed eliminando interi periodi per lasciare spazio a nuove e im-portanti tematiche. Questo lavoro di scrematura mi ha portato a modificare la precedente suddivisione del volume in quattro parti e diciassette capitoli, arrivan-do al confezionamento di un testo suddiviso in dodici capitoli connessi logica-mente, ma studiabili anche separatamente. La mia impressione è che il lavoro sia ora molto più alla portata di studentesse e studenti delle lauree triennali, anche grazie al tentativo di ridurre l’inevitabile scissione tra teoria e processi reali che spesso connota le opere manualistiche. Breve premessa La politica è importante, la politica è bella. Essa rappresenta il tentativo degli es-seri umani di organizzare la loro vita insieme, secondo un principio di ordine e armonia. È sulla base di questa convinzione che ho pensato di produrre un testo che possa fornire gli strumenti concettuali e teorici per comprenderne le dinami-che e gli sviluppi. Mentre scrivo queste righe, il pianeta è martoriato da numerose guerre che colpiscono soprattutto le popolazioni più povere, schiacciate dalle politiche di po-tenza degli Stati, in un mondo che fatica ad accettare uno sbocco multipolare e postnazionale. Ancora sembra lontana una via d’uscita pacifica a quella spirale violenta che, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, sembra aver ridefinito i parametri di un nuovo ordine internazionale fondato sullo scontro tra civiltà e op-posti nazionalismi. Al contempo, la violenza pandemica e le pesanti crisi econo-miche affliggono il mondo facendo traballare la fiducia cieca verso i dettami di una globalizzazione neoliberale che si è configurata attorno alla convinzione della capacità dei mercati di produrre ricchezza e benessere, senza il bisogno di un si-stema di regole che solo la politica può fornire. Proprio nel momento in cui qual-cuno insiste sulla retorica dell’esportazione, anche manu militari, della democrazia in quei paesi che ne sono privi, essa sembra entrare in crisi in quei contesti in cui è stata elaborata e si è consolidata, almeno nel¬la sua variante liberale. Si assiste in Occidente a una crisi di rendimento delle isti¬tuzioni rappresentative cui fa seguito un tendenziale allontanamento dei cittadini dall’impegno pubblico, tranne nei ca-si delle forme di azione collettiva non istituzionali espresse dai diversi movimenti di protesta. Le classi politiche sembrano impreparate al nuovo corso post-ideologico e faticano a immaginare una società del futuro, limitandosi alla diffici-le quanto asfittica gestione dell’esistente. La crescente incertezza, che è parte di una crisi sociale generalizzata, accende un po’ ovunque le sirene di nuovi po¬¬puli-smi che si alimentano di sentimenti individualistici e antipolitici. L’arte nobi¬le della politica è ridotta, nella rappresentazione mediatica, a un fenomeno di co-stume che barcolla tra il gossip e lo scandalismo. Di fronte a questo quadro poco roseo, ho deciso di intraprendere il faticoso com¬pito di riconsegnare alla politica la complessità che le è propria, cercando di problematizzarla da un punto di vista sociologico. Il mio obiettivo è dunque quel-lo di rendere conto del reale impatto della politica sulla società e della società sul-la politica, senza per questo negare l’autonomia del politico dal sociale. A questo fine, il merito dell’editore sta nell’aver scommesso su un testo che non sia una semplice introduzione alla sociologia politica ma, in controtenden¬za rispetto alle regole informali che da anni sembra essersi dato il mercato editoriale italiano, cer-chi piuttosto di analizzare i processi politici nel profondo, toccandone tutti, o quasi tutti, gli aspetti salienti. Ne è fuoriuscito un testo abbastanza completo, che non solo può rappresentare un utile strumento didattico, ma anche un importante strumento di approfondimento per quei dottorandi e ricercatori che si accingono all’affascinante studio dei fenomeni politici. Il piano dell’opera Come si accennava in premessa, il volume si compone di dodici capitoli. Nei primi tre capitoli definiamo il campo della sociologia politica come «scien-za sociale connettiva», che si pone cioè l’obiettivo di analizzare i fenomeni politi-ci secondo una lente sociologica, sapendo al contempo integrare gli approcci pro-venienti da altre discipline che diversamente analizzano la sfera del politico. Pri-ma di ciò, analizziamo le condizioni storiche e culturali che hanno portato alla configurazione della politica moderna come sfera autonoma della società, svinco-lata da altri aspetti pur rilevanti come la religione e l’economia. Definiamo poi la politica anche attraverso il contributo di quei pensatori che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo di un approccio sociologico e allo studio dei fenomeni politici. In questo sforzo, non perdiamo mai di vista i caratteri della sociologia po-litica come scienza sociale empirica che, come tutte le scienze, ha una sua logica e i suoi metodi di indagine. Ne ripercorriamo lo sviluppo a partire dalle tradizioni teoriche prevalenti attorno a cui essa, dalla metà del ventesimo secolo, si è strut-turata come disciplina accademica. Dal quarto al settimo capitolo, ci soffermiamo sui due oggetti tradizionali della sociologia politica che si è storicamente strutturata co¬me scienza del potere inte-so, anche e soprattutto, nella sua configurazione politico-st¬a¬tuale. Analizziamo il potere politico come una forma specifica del più generale potere sociale che si confronta e sovente si scontra con altre forme di potere, come quello economico e quello ideologico. Un’attenzione particolare la rivolgiamo al rappor¬to tra potere politico, che si realizza soprattutto nel controllo delle risorse necessarie all’esercizio della forza legittima, e quelle strutture coercitive (forze dell’or¬di¬ne ed esercito) che hanno il compito di gestire e organizzare il monopolio della violen¬za nei contesti statuali moderni. Ci soffermiamo poi sullo Stato nella sua evoluzio¬ne storica, dall’assolutismo al costituzionalismo democratico, per poi contestualiz-zarlo nel più ampio sistema internazionale e nelle più recenti condizioni determi-nate dai processi di globalizzazione politica ed economica. Un’attenzione partico-lare la rivolgiamo al rapporto controverso tra «Stato» e «violenza», analizzando le diver¬se forme di violenza politica, sia quando questa è esercitata in nome e per conto del¬le autorità legittime, sia quando è invece praticata contro quelle autorità. In questo ambito, un focus quantomai attuale lo dedichiamo alla «guerra» e ai suoi mutamenti, dalle forme tradizionali a quelle, per così dire, postmoderne, che si realizzano nelle dinamiche della cosiddetta «guerra globale asimmetrica». Il ca-pitolo sette termina con un’approfondita analisi dei fenomeni rivoluzionari mo-derni. Dall’ottavo al decimo capitolo, analizziamo alcuni temi cruciali per la sociolo-gia politica: prima di tutto, ci soffermiamo sulla questione democratica che, lungi dallo strutturarsi come fenomeno statico, si configura piuttosto come «processo», perlopiù incompiuto, che esprime l’esigenza di individuare la migliore forma isti-tuzionale attraverso cui organizzare la relazione specifica e spesso conflittuale tra cittadini e istituzioni. Dopo un breve accenno ai regimi non democratici, entria-mo nel merito della «partecipazione», terreno cruciale di incontro tra dimensione sociale e dimensione politica. Se ne analizzano i processi, le dinamiche e gli atto-ri, con un’attenzione particolare ai partiti politici, ai gruppi di pressione e ai mo-vimenti sociali. Nel capitolo undicesimo, ci concentriamo sul tema fondamentale della «cultu-ra politica» e delle «ideologie», soffermandoci poi sulla classica dicotomia de-stra/sinistra attorno a cui, dalla fine del diciottesimo secolo in poi, si è strutturato il conflitto politico moderno. Il capitolo si conclude con alcune riflessioni sull’«antipolitica» e il «populismo», due temi analiticamente distinti, ma sociolo-gicamente connessi. Analizziamo poi i processi di «socializzazione» e «recluta-mento politico», con un’attenzione particolare rivolta al tema, ricco di spunti ana-litici, delle «generazioni politiche». Il volume termina con un capitolo dedicato al rapporto tra processi politici e forme della comunicazione, un tema centrale in un’epoca di radicale mediatizzazione e personalizzazione della politica. Il libro contiene un indice analitico attraverso cui il lettore potrà orientarsi nel-la molteplicità dei temi affrontati nel testo, e con una lunga lista di oltre mille ri-ferimenti bibliografici che possono rappresentare un importante strumento di la-voro soprattutto per quei laureandi, dottorandi e ricercatori che intendono orien-tarsi in una letteratura fitta accumulatasi nel corso di oltre due secoli di storia po-litica. I capitoli sono spesso arricchiti da alcuni approfondimenti su temi specifici non direttamente affrontati all’interno del testo Ringraziamenti Dopo mesi di lavoro intenso si accumulano inevitabilmente alcuni debiti di rico-noscenza che a volte sono talmente strutturali da travalicare la mera congiuntura del lavoro in oggetto. Desidero ringraziare l’Editore che, per il tramite di profes-sioniste e professionisti altamente specializzati, ha seguito il percorso di elabora-zione del testo, riuscendo a contenere le aspirazioni talvolta enciclopediche del sottoscritto. Ringrazio le colleghe e i colleghi che anonimamente mi hanno fatto avere tantissime suggestioni utili che perlopiù si ritrovano ora nel volume. Rin-grazio di cuore Chiara Giordano che ha messo a disposizione le sue competenze linguistiche leggendo ogni singolo capitolo; se il prodotto finale è stilisticamente più fluido rispetto alla prima edizione questo è anche e soprattutto merito suo. Un pensiero va a due studiosi che purtroppo non sono più tra noi: mi riferisco a Um-berto Cerroni e Charles Tilly; grazie ai loro consigli e al loro magistero ho impara-to che la conoscenza è un piacere. 03 Maggio 2022 FdN

Sociologia politica. Per comprendere i fenomeni politici contemporanei. Seconda Edizione

de Nardis, Fabio
2023-01-01

Abstract

Prefazione alla II edizione Sono passati quasi dieci anni da quando la prima edizione di Sociologia politica ha visto la luce. Molte colleghe e colleghi, che ringrazio, hanno scelto di adottarlo nei propri corsi, mostrando apprezzamento per l’impostazione che scelsi di dare al manuale. Da allora, migliaia di studentesse e studenti lo hanno studiato; alcuni con molta attenzione e cura per i dettagli, altri con più leggerezza, ma tutte e tut-ti ne hanno potuto scoprire i punti di forza e, ovviamente, gli eventuali punti di debolezza. In qualità di autore, sono meno interessato ai pregi e più attento ai li-miti del mio lavoro, molti dei quali hanno dovuto imbattersi nella dura prova dell’esperienza empirica per poter emergere. Per questa ragione, in questi anni ho raccolto le critiche costruttive di studenti e colleghi in attesa che giungesse il momento di poter mettere mano a questa seconda edizione che arriva dunque alle stampe sensibilmente migliorata. L’Editore ha fatto anche di più: ha intervistato anonimamente dieci docenti di sociologia politica che hanno letto con attenzione il testo offrendomi importanti suggerimenti. Alcune osservazioni erano espressio-ne della soggettività intellettuale degli studiosi interpellati, altre risentivano del corso di studi nell’ambito del quale insegnano (sociologia, scienze politiche, scienze della comunicazione, ecc.); in entrambi i casi si è trattato di rilievi sempre pertinenti che mi sono stati utilissimi nella stesura del volume. Al di là delle ri-chieste di integrazione di nuovi temi e orizzonti di ricerca della nostra disciplina, che è in continua evoluzione, come lo sono società e politica, tutte e tutti gli in-tervistati sembravano in accordo su un rilievo: «too many words», ossia troppe parole. L’organizzazione didattica del sistema universitario italiano rende effetti-vamente ostica l’adozione di testi troppo lunghi; per questa ragione, la seconda edizione di Sociologia politica, senza rinunciare alla sistematizzazione della ver-sione originaria, giunge alle stampe molto più snella. Per ottenere questo risulta-to, ho dovuto stravolgere il testo di base, raffinando il linguaggio, in origine fin troppo ridondante, ed eliminando interi periodi per lasciare spazio a nuove e im-portanti tematiche. Questo lavoro di scrematura mi ha portato a modificare la precedente suddivisione del volume in quattro parti e diciassette capitoli, arrivan-do al confezionamento di un testo suddiviso in dodici capitoli connessi logica-mente, ma studiabili anche separatamente. La mia impressione è che il lavoro sia ora molto più alla portata di studentesse e studenti delle lauree triennali, anche grazie al tentativo di ridurre l’inevitabile scissione tra teoria e processi reali che spesso connota le opere manualistiche. Breve premessa La politica è importante, la politica è bella. Essa rappresenta il tentativo degli es-seri umani di organizzare la loro vita insieme, secondo un principio di ordine e armonia. È sulla base di questa convinzione che ho pensato di produrre un testo che possa fornire gli strumenti concettuali e teorici per comprenderne le dinami-che e gli sviluppi. Mentre scrivo queste righe, il pianeta è martoriato da numerose guerre che colpiscono soprattutto le popolazioni più povere, schiacciate dalle politiche di po-tenza degli Stati, in un mondo che fatica ad accettare uno sbocco multipolare e postnazionale. Ancora sembra lontana una via d’uscita pacifica a quella spirale violenta che, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, sembra aver ridefinito i parametri di un nuovo ordine internazionale fondato sullo scontro tra civiltà e op-posti nazionalismi. Al contempo, la violenza pandemica e le pesanti crisi econo-miche affliggono il mondo facendo traballare la fiducia cieca verso i dettami di una globalizzazione neoliberale che si è configurata attorno alla convinzione della capacità dei mercati di produrre ricchezza e benessere, senza il bisogno di un si-stema di regole che solo la politica può fornire. Proprio nel momento in cui qual-cuno insiste sulla retorica dell’esportazione, anche manu militari, della democrazia in quei paesi che ne sono privi, essa sembra entrare in crisi in quei contesti in cui è stata elaborata e si è consolidata, almeno nel¬la sua variante liberale. Si assiste in Occidente a una crisi di rendimento delle isti¬tuzioni rappresentative cui fa seguito un tendenziale allontanamento dei cittadini dall’impegno pubblico, tranne nei ca-si delle forme di azione collettiva non istituzionali espresse dai diversi movimenti di protesta. Le classi politiche sembrano impreparate al nuovo corso post-ideologico e faticano a immaginare una società del futuro, limitandosi alla diffici-le quanto asfittica gestione dell’esistente. La crescente incertezza, che è parte di una crisi sociale generalizzata, accende un po’ ovunque le sirene di nuovi po¬¬puli-smi che si alimentano di sentimenti individualistici e antipolitici. L’arte nobi¬le della politica è ridotta, nella rappresentazione mediatica, a un fenomeno di co-stume che barcolla tra il gossip e lo scandalismo. Di fronte a questo quadro poco roseo, ho deciso di intraprendere il faticoso com¬pito di riconsegnare alla politica la complessità che le è propria, cercando di problematizzarla da un punto di vista sociologico. Il mio obiettivo è dunque quel-lo di rendere conto del reale impatto della politica sulla società e della società sul-la politica, senza per questo negare l’autonomia del politico dal sociale. A questo fine, il merito dell’editore sta nell’aver scommesso su un testo che non sia una semplice introduzione alla sociologia politica ma, in controtenden¬za rispetto alle regole informali che da anni sembra essersi dato il mercato editoriale italiano, cer-chi piuttosto di analizzare i processi politici nel profondo, toccandone tutti, o quasi tutti, gli aspetti salienti. Ne è fuoriuscito un testo abbastanza completo, che non solo può rappresentare un utile strumento didattico, ma anche un importante strumento di approfondimento per quei dottorandi e ricercatori che si accingono all’affascinante studio dei fenomeni politici. Il piano dell’opera Come si accennava in premessa, il volume si compone di dodici capitoli. Nei primi tre capitoli definiamo il campo della sociologia politica come «scien-za sociale connettiva», che si pone cioè l’obiettivo di analizzare i fenomeni politi-ci secondo una lente sociologica, sapendo al contempo integrare gli approcci pro-venienti da altre discipline che diversamente analizzano la sfera del politico. Pri-ma di ciò, analizziamo le condizioni storiche e culturali che hanno portato alla configurazione della politica moderna come sfera autonoma della società, svinco-lata da altri aspetti pur rilevanti come la religione e l’economia. Definiamo poi la politica anche attraverso il contributo di quei pensatori che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo di un approccio sociologico e allo studio dei fenomeni politici. In questo sforzo, non perdiamo mai di vista i caratteri della sociologia po-litica come scienza sociale empirica che, come tutte le scienze, ha una sua logica e i suoi metodi di indagine. Ne ripercorriamo lo sviluppo a partire dalle tradizioni teoriche prevalenti attorno a cui essa, dalla metà del ventesimo secolo, si è strut-turata come disciplina accademica. Dal quarto al settimo capitolo, ci soffermiamo sui due oggetti tradizionali della sociologia politica che si è storicamente strutturata co¬me scienza del potere inte-so, anche e soprattutto, nella sua configurazione politico-st¬a¬tuale. Analizziamo il potere politico come una forma specifica del più generale potere sociale che si confronta e sovente si scontra con altre forme di potere, come quello economico e quello ideologico. Un’attenzione particolare la rivolgiamo al rappor¬to tra potere politico, che si realizza soprattutto nel controllo delle risorse necessarie all’esercizio della forza legittima, e quelle strutture coercitive (forze dell’or¬di¬ne ed esercito) che hanno il compito di gestire e organizzare il monopolio della violen¬za nei contesti statuali moderni. Ci soffermiamo poi sullo Stato nella sua evoluzio¬ne storica, dall’assolutismo al costituzionalismo democratico, per poi contestualiz-zarlo nel più ampio sistema internazionale e nelle più recenti condizioni determi-nate dai processi di globalizzazione politica ed economica. Un’attenzione partico-lare la rivolgiamo al rapporto controverso tra «Stato» e «violenza», analizzando le diver¬se forme di violenza politica, sia quando questa è esercitata in nome e per conto del¬le autorità legittime, sia quando è invece praticata contro quelle autorità. In questo ambito, un focus quantomai attuale lo dedichiamo alla «guerra» e ai suoi mutamenti, dalle forme tradizionali a quelle, per così dire, postmoderne, che si realizzano nelle dinamiche della cosiddetta «guerra globale asimmetrica». Il ca-pitolo sette termina con un’approfondita analisi dei fenomeni rivoluzionari mo-derni. Dall’ottavo al decimo capitolo, analizziamo alcuni temi cruciali per la sociolo-gia politica: prima di tutto, ci soffermiamo sulla questione democratica che, lungi dallo strutturarsi come fenomeno statico, si configura piuttosto come «processo», perlopiù incompiuto, che esprime l’esigenza di individuare la migliore forma isti-tuzionale attraverso cui organizzare la relazione specifica e spesso conflittuale tra cittadini e istituzioni. Dopo un breve accenno ai regimi non democratici, entria-mo nel merito della «partecipazione», terreno cruciale di incontro tra dimensione sociale e dimensione politica. Se ne analizzano i processi, le dinamiche e gli atto-ri, con un’attenzione particolare ai partiti politici, ai gruppi di pressione e ai mo-vimenti sociali. Nel capitolo undicesimo, ci concentriamo sul tema fondamentale della «cultu-ra politica» e delle «ideologie», soffermandoci poi sulla classica dicotomia de-stra/sinistra attorno a cui, dalla fine del diciottesimo secolo in poi, si è strutturato il conflitto politico moderno. Il capitolo si conclude con alcune riflessioni sull’«antipolitica» e il «populismo», due temi analiticamente distinti, ma sociolo-gicamente connessi. Analizziamo poi i processi di «socializzazione» e «recluta-mento politico», con un’attenzione particolare rivolta al tema, ricco di spunti ana-litici, delle «generazioni politiche». Il volume termina con un capitolo dedicato al rapporto tra processi politici e forme della comunicazione, un tema centrale in un’epoca di radicale mediatizzazione e personalizzazione della politica. Il libro contiene un indice analitico attraverso cui il lettore potrà orientarsi nel-la molteplicità dei temi affrontati nel testo, e con una lunga lista di oltre mille ri-ferimenti bibliografici che possono rappresentare un importante strumento di la-voro soprattutto per quei laureandi, dottorandi e ricercatori che intendono orien-tarsi in una letteratura fitta accumulatasi nel corso di oltre due secoli di storia po-litica. I capitoli sono spesso arricchiti da alcuni approfondimenti su temi specifici non direttamente affrontati all’interno del testo Ringraziamenti Dopo mesi di lavoro intenso si accumulano inevitabilmente alcuni debiti di rico-noscenza che a volte sono talmente strutturali da travalicare la mera congiuntura del lavoro in oggetto. Desidero ringraziare l’Editore che, per il tramite di profes-sioniste e professionisti altamente specializzati, ha seguito il percorso di elabora-zione del testo, riuscendo a contenere le aspirazioni talvolta enciclopediche del sottoscritto. Ringrazio le colleghe e i colleghi che anonimamente mi hanno fatto avere tantissime suggestioni utili che perlopiù si ritrovano ora nel volume. Rin-grazio di cuore Chiara Giordano che ha messo a disposizione le sue competenze linguistiche leggendo ogni singolo capitolo; se il prodotto finale è stilisticamente più fluido rispetto alla prima edizione questo è anche e soprattutto merito suo. Un pensiero va a due studiosi che purtroppo non sono più tra noi: mi riferisco a Um-berto Cerroni e Charles Tilly; grazie ai loro consigli e al loro magistero ho impara-to che la conoscenza è un piacere. 03 Maggio 2022 FdN
2023
9788838656187
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