Tra il 29 agosto e il 29 settembre 2023 si è svolta la sesta campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), sede di un piccolo abitato messapico esteso su una superficie di circa 3 ettari e caratterizzato da un circuito murario di circa 650 m di lunghezza. È stata indagata un’area (saggi II, LL, MM) adiacente al saggio DD scavato nel 2021, a ridosso del lato meridionale delle mura. Al di sotto di un consistente strato di tegole e coppi, da riferire al crollo del tetto, sono state messe in luce testimonianze riferibili a un ambiente utilizzato come probabilmente per la preparazione e la cottura del cibo. Adiacente a una struttura muraria in piccole pietre lapidee e con blocchi tufacei di riutilizzo (posta sul lato sud del saggio) era una struttura di forma subcircolare, realizzata con pietre e frammenti di tegole, di non facile comprensione. Attorno ad essa erano collocati un piccolo focolare (rinvenuto con il sostegno centrale e il contenitore ad impasto postovi al di sopra), due piastre di cottura e una serie di numerosi vasi da mensa e contenitori per derrate, rinvenuti in situ e pressoché interamente ricomponibili. Questo contesto si data, in base ai numerosi materiali ceramici diagnostici, all’età ellenistica (IV – III sec. a.C.). L’utilizzo di quest’area in questo periodo ha cancellato (con tagli e manomissioni riconosciute e documentate nel corso delle indagini) la fase di occupazione di epoca arcaica, documentata nel settore posto immediatamente a est. Il piano di calpestio riconducibile a questa fase fu infatti tagliato, probabilmente per liberare l’area dalle preesistenti strutture e per utilizzarla come luogo adibito alla preparazione e cottura dei cibi.
Li Schiavoni (Nardò, Lecce)
Giovanna Cera
2023-01-01
Abstract
Tra il 29 agosto e il 29 settembre 2023 si è svolta la sesta campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), sede di un piccolo abitato messapico esteso su una superficie di circa 3 ettari e caratterizzato da un circuito murario di circa 650 m di lunghezza. È stata indagata un’area (saggi II, LL, MM) adiacente al saggio DD scavato nel 2021, a ridosso del lato meridionale delle mura. Al di sotto di un consistente strato di tegole e coppi, da riferire al crollo del tetto, sono state messe in luce testimonianze riferibili a un ambiente utilizzato come probabilmente per la preparazione e la cottura del cibo. Adiacente a una struttura muraria in piccole pietre lapidee e con blocchi tufacei di riutilizzo (posta sul lato sud del saggio) era una struttura di forma subcircolare, realizzata con pietre e frammenti di tegole, di non facile comprensione. Attorno ad essa erano collocati un piccolo focolare (rinvenuto con il sostegno centrale e il contenitore ad impasto postovi al di sopra), due piastre di cottura e una serie di numerosi vasi da mensa e contenitori per derrate, rinvenuti in situ e pressoché interamente ricomponibili. Questo contesto si data, in base ai numerosi materiali ceramici diagnostici, all’età ellenistica (IV – III sec. a.C.). L’utilizzo di quest’area in questo periodo ha cancellato (con tagli e manomissioni riconosciute e documentate nel corso delle indagini) la fase di occupazione di epoca arcaica, documentata nel settore posto immediatamente a est. Il piano di calpestio riconducibile a questa fase fu infatti tagliato, probabilmente per liberare l’area dalle preesistenti strutture e per utilizzarla come luogo adibito alla preparazione e cottura dei cibi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.