Il saggio cerca di rispondere a un interrogativo posto recentemente da Stefano Gensini: «dove “finisce” la filosofia del linguaggio e inizia la semiotica (o viceversa)? Ed è possibile separare con un tratto netto l’oggetto delle due prospettive?». Con la scienza strutturale del linguaggio di matrice saussuriana matura una “generalità” che non significa generalizzazione induttiva bensì condizione necessaria della descrizione di uno specifico oggetto di studio. “Generale” è un ordine che guarda gli oggetti sotto un certo profilo; non è un’unità separata ma vive solo integrata nella concretezza, ancorata a una resistenza che non si fa ridurre interamente ad esso. Si tratta di una “forma di sostanza”, o “forma di altro”, orientata verso altro da cui trae una consistenza e un senso; non è una nebulosa di pensiero ma una “forma del pensiero” che, se da un lato delinea quando e a quali condizioni si ha scienza (dei segni) dall’altro lato guarda oltre, accanto al suo oggetto, al rapporto con altri oggetti (scienze, società, ideologie), prospettando la domanda filosofica. L’immanenza della domanda scientifica e della domanda filosofica, fa sì che scienza del linguaggio o semiotica generale e filosofia del linguaggio non sono separabili con un tratto netto perché il loro è un nesso duale, e non dicotomico, per cui ciascuna trae il suo valore dall’opporsi all’altra, in un reciproco riconoscimento.

Filosofia del linguaggio e semiotica generale. Dicotomia o dualità?

Cosimo Caputo
2023-01-01

Abstract

Il saggio cerca di rispondere a un interrogativo posto recentemente da Stefano Gensini: «dove “finisce” la filosofia del linguaggio e inizia la semiotica (o viceversa)? Ed è possibile separare con un tratto netto l’oggetto delle due prospettive?». Con la scienza strutturale del linguaggio di matrice saussuriana matura una “generalità” che non significa generalizzazione induttiva bensì condizione necessaria della descrizione di uno specifico oggetto di studio. “Generale” è un ordine che guarda gli oggetti sotto un certo profilo; non è un’unità separata ma vive solo integrata nella concretezza, ancorata a una resistenza che non si fa ridurre interamente ad esso. Si tratta di una “forma di sostanza”, o “forma di altro”, orientata verso altro da cui trae una consistenza e un senso; non è una nebulosa di pensiero ma una “forma del pensiero” che, se da un lato delinea quando e a quali condizioni si ha scienza (dei segni) dall’altro lato guarda oltre, accanto al suo oggetto, al rapporto con altri oggetti (scienze, società, ideologie), prospettando la domanda filosofica. L’immanenza della domanda scientifica e della domanda filosofica, fa sì che scienza del linguaggio o semiotica generale e filosofia del linguaggio non sono separabili con un tratto netto perché il loro è un nesso duale, e non dicotomico, per cui ciascuna trae il suo valore dall’opporsi all’altra, in un reciproco riconoscimento.
2023
9788846767899
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/522586
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