Il contributo analizza i dati relativi alle ceramiche graffite e dipinte in verde e rosso ovvero le protograffite, rinvenute nella fossa 1 della Torre Mozza del castello di Lecce. La classe è nota nel Salento da recuperi di superficie e scavi stratigrafici, nei quali essa è spesso associata alle invetriate policrome del tipo ‘RMR tardive’, alle invetriate a doppia immersione (Double Dipped Ware), alle invetriate monocrome ‘ingobbio-stagno’ e alle ingobbiate dipinte in blu. Tale associazione permette di datare la classe alla seconda metà-fine del Quattrocento, anche sulla base di raffronti con analoghi materiali rinvenuti in contesti stratificati a Otranto e Muro Leccese. La produzione sembra esaurirsi entro i primi decenni del Cinquecento sostituita dalle prime graffite policrome di età moderna. Per i materiali analizzati, sembrano particolarmente stringenti i confronti con i materiali rinvenuti presso il Complesso di Santa Maria del Tempio e datate entro la prima metà del XVI secolo. La presenza di protograffite realizzate nelle botteghe leccesi e, di contro, l’assenza di manufatti prodotti fuori dal contesto urbano, potrebbe riflettere una tendenza esclusiva all’approvvigionamento locale.

Le ceramiche protograffite o dipinte in verde e rosso

Marisa Tinelli
2022-01-01

Abstract

Il contributo analizza i dati relativi alle ceramiche graffite e dipinte in verde e rosso ovvero le protograffite, rinvenute nella fossa 1 della Torre Mozza del castello di Lecce. La classe è nota nel Salento da recuperi di superficie e scavi stratigrafici, nei quali essa è spesso associata alle invetriate policrome del tipo ‘RMR tardive’, alle invetriate a doppia immersione (Double Dipped Ware), alle invetriate monocrome ‘ingobbio-stagno’ e alle ingobbiate dipinte in blu. Tale associazione permette di datare la classe alla seconda metà-fine del Quattrocento, anche sulla base di raffronti con analoghi materiali rinvenuti in contesti stratificati a Otranto e Muro Leccese. La produzione sembra esaurirsi entro i primi decenni del Cinquecento sostituita dalle prime graffite policrome di età moderna. Per i materiali analizzati, sembrano particolarmente stringenti i confronti con i materiali rinvenuti presso il Complesso di Santa Maria del Tempio e datate entro la prima metà del XVI secolo. La presenza di protograffite realizzate nelle botteghe leccesi e, di contro, l’assenza di manufatti prodotti fuori dal contesto urbano, potrebbe riflettere una tendenza esclusiva all’approvvigionamento locale.
2022
978-88-9285-191-7
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Il_castello_di_Lecce_vol.II_5.2.3_Tinelli.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione editoriale
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 3.58 MB
Formato Adobe PDF
3.58 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/506046
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact