Il contributo esamina le fonti (D. 24.3.66 pr., Iav. 6 ex post. Lab., e un passo di Plutarco, C. Gr. 17.5) che riferiscono della vicenda di Licinia, figlia di Publio Licinio Crasso (Divite) Muciano, nipote ex fratre di Publio Mucio Scevola e moglie di Gaio Gracco. Alla morte del marito per via dei notissimi disordini, nel 121 a.C., Licinia avviò (o si accinse ad avviare) un procedimento, forse dinanzi al senato, più probabilmente presso gli eredi di Gaio, per la restituzione dei beni portati in dote al momento del matrimonio. Fu affiancata in questo dallo zio Publio Mucio, giurista di rango e pontefice. E' esaminata la discussione storiografica e sono formulate ipotesi sulla fattispecie concreta e sulle argomentazioni addotte a sostegno della richiesta di restituzione delle 'res dotales'.
Ancora sulla dote di Licinia
Lamberti, Francesca
2022-01-01
Abstract
Il contributo esamina le fonti (D. 24.3.66 pr., Iav. 6 ex post. Lab., e un passo di Plutarco, C. Gr. 17.5) che riferiscono della vicenda di Licinia, figlia di Publio Licinio Crasso (Divite) Muciano, nipote ex fratre di Publio Mucio Scevola e moglie di Gaio Gracco. Alla morte del marito per via dei notissimi disordini, nel 121 a.C., Licinia avviò (o si accinse ad avviare) un procedimento, forse dinanzi al senato, più probabilmente presso gli eredi di Gaio, per la restituzione dei beni portati in dote al momento del matrimonio. Fu affiancata in questo dallo zio Publio Mucio, giurista di rango e pontefice. E' esaminata la discussione storiografica e sono formulate ipotesi sulla fattispecie concreta e sulle argomentazioni addotte a sostegno della richiesta di restituzione delle 'res dotales'.File | Dimensione | Formato | |
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