Se il Neorealismo aveva liberato il film dalla gabbia aristotelica del racconto classico fondando la poetica del cinema moderno, Pasolini all’inizio degli anni Sessanta riporta a suo modo il cinema italiano nel dominio del mythos, avviando un percorso autoriale che, dall’esordio alla regia nel 1961 con Accattone, si snoda fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma del 1975. Il corpus cinematografico pasoliniano è un insieme denso, complesso, problematico, costituito da dodici lungometraggi di finzione, quattro cortometraggi collocati in film a episodi, sei documentari; ai lavori scritti e diretti da Pasolini si sommano le sceneggiature parziali o complete destinate ad altri registi, dalle pagine scritte per Fellini (Le notti di Cabiria, La dolce vita) fino agli interi script di film girati da Mauro Bolognini (La notte brava) e Bernardo Bertolucci (La comare secca). Non meno rilevante è il contributo alla teoria del cinema, ad alimentare una linea di ricerca molto influenzata dalla semiotica e consolidata nei saggi raccolti in Empirismo eretico. Per completare il quadro, va considerato anche il Pasolini critico cinematografico, con una produzione di recensioni e articoli per quotidiani, settimanali e riviste specializzate, confluiti successivamente nel volume I film degli altri. A fronte di questa mole impressionante di opere e testi, peraltro realizzati nell’arco di appena due decenni, proviamo a rispondere sinteticamente ad almeno due questioni fondamentali.

Tra mito e realtà. Il cinema di Pier Paolo Pasolini

Bandirali, L.
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2022-01-01

Abstract

Se il Neorealismo aveva liberato il film dalla gabbia aristotelica del racconto classico fondando la poetica del cinema moderno, Pasolini all’inizio degli anni Sessanta riporta a suo modo il cinema italiano nel dominio del mythos, avviando un percorso autoriale che, dall’esordio alla regia nel 1961 con Accattone, si snoda fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma del 1975. Il corpus cinematografico pasoliniano è un insieme denso, complesso, problematico, costituito da dodici lungometraggi di finzione, quattro cortometraggi collocati in film a episodi, sei documentari; ai lavori scritti e diretti da Pasolini si sommano le sceneggiature parziali o complete destinate ad altri registi, dalle pagine scritte per Fellini (Le notti di Cabiria, La dolce vita) fino agli interi script di film girati da Mauro Bolognini (La notte brava) e Bernardo Bertolucci (La comare secca). Non meno rilevante è il contributo alla teoria del cinema, ad alimentare una linea di ricerca molto influenzata dalla semiotica e consolidata nei saggi raccolti in Empirismo eretico. Per completare il quadro, va considerato anche il Pasolini critico cinematografico, con una produzione di recensioni e articoli per quotidiani, settimanali e riviste specializzate, confluiti successivamente nel volume I film degli altri. A fronte di questa mole impressionante di opere e testi, peraltro realizzati nell’arco di appena due decenni, proviamo a rispondere sinteticamente ad almeno due questioni fondamentali.
2022
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