Dopo l’ambiziosa intenzione narrativa coltivata con Il miracolo (2018), ossia mostrare il collasso di una struttura sociale ammalorata e pericolante all’irrompere del sacro, Niccolò Ammaniti propone una nuova ipotesi sulla realtà sociale, costruita su una domanda drammaturgica high concept: cosa succederebbe se una pandemia letale falcidiasse tutti gli adulti della Terra? Anna, miniserie in sei episodi di coproduzione internazionale guidata da Wildside e distribuita in Italia da Sky, tratta dall’omonimo romanzo dell’autore pubblicato da Einaudi nel 2015, mostra anzitutto le contraddizioni di un mondo di giovanissimi orfani a loro volta destinati a morire alle prime avvisaglie della pubertà; un mondo in cui si può essere soltanto bambini e poi perire. Certamente, il cortocircuito tra invenzione narrativa e cronaca ha un impatto fortissimo sulla produzione e ancora di più sulla ricezione di Anna; come sintetizzato dallo stesso Ammaniti in un’intervista, la miniserie è il racconto di un virus ai tempi del virus. In questo senso, citando uno dei contributi più lucidi all’interpretazione di questo nostro tempo, scritto da Roberto De Gaetano, la «prima cosa che emerge guardando attraverso […] il virus è un’immagine sincronica della storia del mondo e dell’umanità, dove falde di tempo passato emergono e coesistono nel presente» (De Gaetano, Maiello 2020, p. 11).

Guardando attraverso il virus

Bandirali, L.
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01

Abstract

Dopo l’ambiziosa intenzione narrativa coltivata con Il miracolo (2018), ossia mostrare il collasso di una struttura sociale ammalorata e pericolante all’irrompere del sacro, Niccolò Ammaniti propone una nuova ipotesi sulla realtà sociale, costruita su una domanda drammaturgica high concept: cosa succederebbe se una pandemia letale falcidiasse tutti gli adulti della Terra? Anna, miniserie in sei episodi di coproduzione internazionale guidata da Wildside e distribuita in Italia da Sky, tratta dall’omonimo romanzo dell’autore pubblicato da Einaudi nel 2015, mostra anzitutto le contraddizioni di un mondo di giovanissimi orfani a loro volta destinati a morire alle prime avvisaglie della pubertà; un mondo in cui si può essere soltanto bambini e poi perire. Certamente, il cortocircuito tra invenzione narrativa e cronaca ha un impatto fortissimo sulla produzione e ancora di più sulla ricezione di Anna; come sintetizzato dallo stesso Ammaniti in un’intervista, la miniserie è il racconto di un virus ai tempi del virus. In questo senso, citando uno dei contributi più lucidi all’interpretazione di questo nostro tempo, scritto da Roberto De Gaetano, la «prima cosa che emerge guardando attraverso […] il virus è un’immagine sincronica della storia del mondo e dell’umanità, dove falde di tempo passato emergono e coesistono nel presente» (De Gaetano, Maiello 2020, p. 11).
2021
978-88-5758-056-2
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