Sette attivisti dei movimenti della sinistra radicale furono processati a Chicago tra il 1969 e il 1970 per aver organizzato azioni di protesta, sfociate in sanguinosi scontri con la polizia, nell’estate del 1968; il processo era stato preparato ad arte dagli uomini di Nixon, appena subentrato a Lyndon Johnson alla presidenza degli Stati Uniti. L’obiettivo legale era quello di condannare gli imputati per cospirazione, ma il vero scopo era politico: mettere alla sbarra tutti i leader riconosciuti della controcultura e screditarli, facendoli apparire come cattivi maestri e violenti sobillatori dei ragazzi americani. Il film di Aaron Sorkin, di conseguenza, lavora su entrambi i piani, come se si rivolgesse agli accusatori dell’epoca: in parte ricostruisce il processo di Chicago spiegandone in dettaglio le malizie e le fallacie legali; in parte restituisce agli imputati di allora la dignità politica. C’è un terzo livello, meno esplicito, nel quale il film si colloca per interpretare il presente storico e prendere posizione in merito alla campagna elettorale americana del 2020; come ha spiegato Sorkin in varie interviste, Il processo ai Chicago 7 non è soltanto un film sul 1968, ma un accorato appello a mettere da parte le divisioni interne della sinistra e a rimandare dibattiti e istanze specifiche a una riflessione che sia successiva alle elezioni presidenziali.

Gli uomini che fanno la Storia

Bandirali, L.
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01

Abstract

Sette attivisti dei movimenti della sinistra radicale furono processati a Chicago tra il 1969 e il 1970 per aver organizzato azioni di protesta, sfociate in sanguinosi scontri con la polizia, nell’estate del 1968; il processo era stato preparato ad arte dagli uomini di Nixon, appena subentrato a Lyndon Johnson alla presidenza degli Stati Uniti. L’obiettivo legale era quello di condannare gli imputati per cospirazione, ma il vero scopo era politico: mettere alla sbarra tutti i leader riconosciuti della controcultura e screditarli, facendoli apparire come cattivi maestri e violenti sobillatori dei ragazzi americani. Il film di Aaron Sorkin, di conseguenza, lavora su entrambi i piani, come se si rivolgesse agli accusatori dell’epoca: in parte ricostruisce il processo di Chicago spiegandone in dettaglio le malizie e le fallacie legali; in parte restituisce agli imputati di allora la dignità politica. C’è un terzo livello, meno esplicito, nel quale il film si colloca per interpretare il presente storico e prendere posizione in merito alla campagna elettorale americana del 2020; come ha spiegato Sorkin in varie interviste, Il processo ai Chicago 7 non è soltanto un film sul 1968, ma un accorato appello a mettere da parte le divisioni interne della sinistra e a rimandare dibattiti e istanze specifiche a una riflessione che sia successiva alle elezioni presidenziali.
2021
978-88-5758-056-2
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