La violenza ostetrica rappresenta la precipitazione ultima di una lunga serie di questioni sociali relative alla maternità. È argomento, si intende dire, la cui comprensione piena può realizzarsi solo successivamente alla disamina di alcuni aspetti ad essa connessi. Gli studi relativi alla violenza ostetrica sono recenti (Dalvit e Antolini 2021), soprattutto se paragonati con l’imponente mole di ricerche dedicata alla violenza contro le donne e, più generalmente, alla violenza e alle questioni di genere. Le ricerche e i dati attinenti alla violenza ostetrica sono in prevalenza depositati presso i cosiddetti archivi “supplenti”, ossia quelle fonti per la storia raccolte dalle associazioni per la tutela delle vittime, che costituiscono vere e proprie comunità di riferimento per la conservazione delle testimonianze e che, attraverso iniziative di raccolta e messa a disposizione di documentazione, di fatto colmano il vuoto lasciato dalle istituzioni pubbliche. La violenza ostetrica ha ricevuto una certa attenzione da parte dell’opinione pubblica in conseguenza soprattutto della mobilitazione dei movimenti femministi già a partire dagli anni Settanta del Novecento. Si tratta, quindi, riferendosi all’ambito scientifico, da un lato di gestire al meglio il riscontro empirico proveniente in gran parte da ambiti non istituzionali per favorire la cosiddetta emersione del fenomeno, dall’altro di istruire un apparato teorico adeguato alla comprensione del fenomeno. Non è da sottovalutare, inoltre, il grado di coinvolgimento che il tema della violenza ostetrica implica per ogni ricercatrice che voglia cimentarsi con il problema di partire da un preciso posizionamento, quello femminista.

Il corpo materno nel processo di medicalizzazione del parto: la violenza ostetrica

irene strazzeri
2021-01-01

Abstract

La violenza ostetrica rappresenta la precipitazione ultima di una lunga serie di questioni sociali relative alla maternità. È argomento, si intende dire, la cui comprensione piena può realizzarsi solo successivamente alla disamina di alcuni aspetti ad essa connessi. Gli studi relativi alla violenza ostetrica sono recenti (Dalvit e Antolini 2021), soprattutto se paragonati con l’imponente mole di ricerche dedicata alla violenza contro le donne e, più generalmente, alla violenza e alle questioni di genere. Le ricerche e i dati attinenti alla violenza ostetrica sono in prevalenza depositati presso i cosiddetti archivi “supplenti”, ossia quelle fonti per la storia raccolte dalle associazioni per la tutela delle vittime, che costituiscono vere e proprie comunità di riferimento per la conservazione delle testimonianze e che, attraverso iniziative di raccolta e messa a disposizione di documentazione, di fatto colmano il vuoto lasciato dalle istituzioni pubbliche. La violenza ostetrica ha ricevuto una certa attenzione da parte dell’opinione pubblica in conseguenza soprattutto della mobilitazione dei movimenti femministi già a partire dagli anni Settanta del Novecento. Si tratta, quindi, riferendosi all’ambito scientifico, da un lato di gestire al meglio il riscontro empirico proveniente in gran parte da ambiti non istituzionali per favorire la cosiddetta emersione del fenomeno, dall’altro di istruire un apparato teorico adeguato alla comprensione del fenomeno. Non è da sottovalutare, inoltre, il grado di coinvolgimento che il tema della violenza ostetrica implica per ogni ricercatrice che voglia cimentarsi con il problema di partire da un preciso posizionamento, quello femminista.
2021
978-88-31222-89-1
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