La comunicazione mediata dal computer sia scritta asincrona sia orale via videoconferenza costituisce una forma di apprendimento integrata in diversi contesti istituzionali. Presso alcuni atenei europei e americani (es. Universitade Estadual Paulista, Università del Salento) essa prende il nome di teletandem. Molti studi sull’apprendimento in tandem riguardano “episodi a carattere metalinguistico” durante scambi diadici orali (in presenza o mediati dal computer) o quasi-sincroni della chat tra parlanti che comunicano nella loro L2, che è sua volta la lingua nativa del proprio interlocutore. Pochi studi, invece, analizzano tale fenomeno nel corso di scambi orali bilingui via videoconferenza in cui i partecipanti parlano nella loro L1 affine a quella dell’interlocutore. Attraverso un’indagine empirica, il presente studio contribuisce a colmare tale lacuna e mette in luce come i partecipanti orientano il discorso verso il codice o verso i contenuti del messaggio in contesti telecollaborativi di intercomunicazione tra parlanti di lingue affini. Lo studio mostra che nei casi analizzati le sequenze metalinguistiche non sono auto-orientate ma etero-orientate: l’interlocutore mette in evidenzia in primo luogo ciò che comprende, specifica successivamente ciò che non comprende indirizzando così in modo collaborativo il dialogo verso la risoluzione del problema comunicativo.

Processi di intercomunicazione tra parlanti di lingue affini: analisi di sequenze metalinguistiche

Paola Leone
2018-01-01

Abstract

La comunicazione mediata dal computer sia scritta asincrona sia orale via videoconferenza costituisce una forma di apprendimento integrata in diversi contesti istituzionali. Presso alcuni atenei europei e americani (es. Universitade Estadual Paulista, Università del Salento) essa prende il nome di teletandem. Molti studi sull’apprendimento in tandem riguardano “episodi a carattere metalinguistico” durante scambi diadici orali (in presenza o mediati dal computer) o quasi-sincroni della chat tra parlanti che comunicano nella loro L2, che è sua volta la lingua nativa del proprio interlocutore. Pochi studi, invece, analizzano tale fenomeno nel corso di scambi orali bilingui via videoconferenza in cui i partecipanti parlano nella loro L1 affine a quella dell’interlocutore. Attraverso un’indagine empirica, il presente studio contribuisce a colmare tale lacuna e mette in luce come i partecipanti orientano il discorso verso il codice o verso i contenuti del messaggio in contesti telecollaborativi di intercomunicazione tra parlanti di lingue affini. Lo studio mostra che nei casi analizzati le sequenze metalinguistiche non sono auto-orientate ma etero-orientate: l’interlocutore mette in evidenzia in primo luogo ciò che comprende, specifica successivamente ciò che non comprende indirizzando così in modo collaborativo il dialogo verso la risoluzione del problema comunicativo.
2018
978-2-9533061-1-8
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