Progetti GIOVENI RICERCATORI 2015, Università del Salento, Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo La ricerca si propone di approfondire il rapporto di interdipendenza tra l’illuminismo scozzese e l’illuminismo francese nella formazione e nella discussione delle categorie di sympathy e prudence, osservandone l’influenza nel dibattito sulla genesi della soggettività moderna, in un contesto di importanti trasformazioni economiche e sociali. La virtù della sympathy discussa da Adam Smith, in particolare, sarà al centro dell’interesse in quanto elemento centrale per una ricerca interdisciplinare sul rapporto tra individuo e società. Tale categoria delimita un importante ambito di riflessione nella filosofia del Settecento, intrecciandosi in forme significative con la prudence, categoria fondamentale nelle riflessioni del tempo sul complesso delle virtù umane. Com’è noto, il concetto di sympathy è stato sistematizzato da Adam Smith nella Theory of Moral Sentiments (TMS), pubblicata nel 1759; si tratta, tuttavia, di un’idea importante e sistematicamente presente nella filosofia morale scozzese. Lo stesso Smith ne riconosce la centralità, cercando di approfondire e ampliare il contributo dei suoi contemporanei, sulla scia di una tradizione teorica che ha in Francis Hutcheson e David Hume i principali punti di riferimento. Per quanto riguarda la genesi dell’antropologia morale implicata dalla sympathy, il lavoro di ricerca è volto all’approfondimento del pensiero socioeconomico scozzese e inglese: il periodo di riferimento coincide con la seconda rivoluzione industriale, momento nel quale la visione smithiana delineata in The Wealth of Nations (1776) caratterizza il dibattito pubblico relativo ai rapporti tra individualismo, vita sociale ed economia. Per quanto riguarda il versante francese, bisogna riconoscere a Jean-Jacques Rousseau un ruolo preminente nell’indagine sulle origini delle virtù umane. Secondo Sophie de Grouchy, traduttrice della TMS e autrice delle otto Lettres sur la sympathie, Rousseau era il solo a provare un reale interesse per il tema in questione e, pertanto, l’unico modello da seguire in Francia (de Grouchy 1978, p. 147). Lo stesso Smith gli riconosceva (senza dimenticare di associargli, in questo, Charles-Louis de Montesquieu) una significativa attitudine per la filosofia morale, molto prossima a quella di stampo anglosassone. Ciò che interessa particolarmente, in questo progetto, è la modalità con cui questi intellettuali affrontavano i mutamenti della società europea nella seconda metà del xviii secolo. Essi non si limitavano a una mera speculazione filosofica, ma erano spesso coinvolti nella vita politica del paese. Di fronte alla duplice sfida della caduta dell’ordine tradizionale (l’ancien régime) e del delinearsi della nuova “società commerciale”, gli autori – nell’uno e nell’altro paese – esprimevano la necessità di approdare a una soluzione in grado di garantire, per un verso, il pieno dispiegamento del progresso sociale e, per l’altro, la conservazione delle virtù morali. Questo orizzonte analitico aveva, per entrambe le correnti di pensiero, profonde implicazioni sulla visione della natura umana e sul rapporto tra sviluppo economico e trasformazioni della soggettività. Un tema che è stato oggetto di riflessioni approfondite anche in autori classici contemporanei quali Louis Dumont (Homo aequalis, Paris, 1977), Michel Foucault (Course au Collège de France, 1978-1979), Albert Hirschman (The Passions and the Interests, New York, 1977). Articolazione del progetto e tempi di realizzazione La durata complessiva del progetto è di 18 mesi. Il progetto di articola in una fase di reperimento e analisi della letteratura e in una fase di confronto internazionale con esperti del settore. In un prima momento, facendo ricorso al necessario supporto della letteratura critica esistente, ci si propone di: approfondire la conoscenza delle opere e delle idee degli autori scozzesi e francesi del periodo; ricostruire i circuiti intellettuali in cui essi si incontrarono, stringendo a volte anche rapporti personali; operare un confronto sistematico tra i documenti e le produzioni letterarie degli stessi; con particolare riferimento al dibattito sulle virtù e alla categoria della sympathy. In un secondo momento, si intende avviare l’analisi della letteratura che guarda al dibattito illuministico come a un contesto essenziale per la comprensione della soggettività moderna e, quindi, anche della figura dell’homo oeconomicus. In particolare, ci si propone di: discutere i modelli di soggettività che emergono dal contesto intellettuale illuministico, ricostruendone la genesi e collocandola all’interno di tradizioni filosofiche vicine ma differenti; valutare la rilevanza di queste riflessioni con riferimento al dibattito contemporaneo su comportamenti economici e processi di socializzazione. Un risultato del lavoro di ricerca sarà costituito dalla definizione di un quadro storico-analitico relativamente alle implicazioni che le filosofie morali illuministe hanno avuto sulla visione delle virtù e della soggettività; dall'elaborazione di un confronto tra la concezione liberale mainstream e le concezioni che problematizzano differentemente il rapporto tra interessi economici e moventi sociali nella formazione di comportamenti e valori individuali; dall'attualizzazione di questi temi, con particolare attenzione alle implicazioni economiche della sympathy e della prudence, campo oggi quantomai aperto a contributi innovativi e interdisciplinari.

Social consciousness and economic motives. Sympathy, prudence and progress

Emiliano Bevilacqua
2015-01-01

Abstract

Progetti GIOVENI RICERCATORI 2015, Università del Salento, Dipartimento di Storia Società e Studi sull'Uomo La ricerca si propone di approfondire il rapporto di interdipendenza tra l’illuminismo scozzese e l’illuminismo francese nella formazione e nella discussione delle categorie di sympathy e prudence, osservandone l’influenza nel dibattito sulla genesi della soggettività moderna, in un contesto di importanti trasformazioni economiche e sociali. La virtù della sympathy discussa da Adam Smith, in particolare, sarà al centro dell’interesse in quanto elemento centrale per una ricerca interdisciplinare sul rapporto tra individuo e società. Tale categoria delimita un importante ambito di riflessione nella filosofia del Settecento, intrecciandosi in forme significative con la prudence, categoria fondamentale nelle riflessioni del tempo sul complesso delle virtù umane. Com’è noto, il concetto di sympathy è stato sistematizzato da Adam Smith nella Theory of Moral Sentiments (TMS), pubblicata nel 1759; si tratta, tuttavia, di un’idea importante e sistematicamente presente nella filosofia morale scozzese. Lo stesso Smith ne riconosce la centralità, cercando di approfondire e ampliare il contributo dei suoi contemporanei, sulla scia di una tradizione teorica che ha in Francis Hutcheson e David Hume i principali punti di riferimento. Per quanto riguarda la genesi dell’antropologia morale implicata dalla sympathy, il lavoro di ricerca è volto all’approfondimento del pensiero socioeconomico scozzese e inglese: il periodo di riferimento coincide con la seconda rivoluzione industriale, momento nel quale la visione smithiana delineata in The Wealth of Nations (1776) caratterizza il dibattito pubblico relativo ai rapporti tra individualismo, vita sociale ed economia. Per quanto riguarda il versante francese, bisogna riconoscere a Jean-Jacques Rousseau un ruolo preminente nell’indagine sulle origini delle virtù umane. Secondo Sophie de Grouchy, traduttrice della TMS e autrice delle otto Lettres sur la sympathie, Rousseau era il solo a provare un reale interesse per il tema in questione e, pertanto, l’unico modello da seguire in Francia (de Grouchy 1978, p. 147). Lo stesso Smith gli riconosceva (senza dimenticare di associargli, in questo, Charles-Louis de Montesquieu) una significativa attitudine per la filosofia morale, molto prossima a quella di stampo anglosassone. Ciò che interessa particolarmente, in questo progetto, è la modalità con cui questi intellettuali affrontavano i mutamenti della società europea nella seconda metà del xviii secolo. Essi non si limitavano a una mera speculazione filosofica, ma erano spesso coinvolti nella vita politica del paese. Di fronte alla duplice sfida della caduta dell’ordine tradizionale (l’ancien régime) e del delinearsi della nuova “società commerciale”, gli autori – nell’uno e nell’altro paese – esprimevano la necessità di approdare a una soluzione in grado di garantire, per un verso, il pieno dispiegamento del progresso sociale e, per l’altro, la conservazione delle virtù morali. Questo orizzonte analitico aveva, per entrambe le correnti di pensiero, profonde implicazioni sulla visione della natura umana e sul rapporto tra sviluppo economico e trasformazioni della soggettività. Un tema che è stato oggetto di riflessioni approfondite anche in autori classici contemporanei quali Louis Dumont (Homo aequalis, Paris, 1977), Michel Foucault (Course au Collège de France, 1978-1979), Albert Hirschman (The Passions and the Interests, New York, 1977). Articolazione del progetto e tempi di realizzazione La durata complessiva del progetto è di 18 mesi. Il progetto di articola in una fase di reperimento e analisi della letteratura e in una fase di confronto internazionale con esperti del settore. In un prima momento, facendo ricorso al necessario supporto della letteratura critica esistente, ci si propone di: approfondire la conoscenza delle opere e delle idee degli autori scozzesi e francesi del periodo; ricostruire i circuiti intellettuali in cui essi si incontrarono, stringendo a volte anche rapporti personali; operare un confronto sistematico tra i documenti e le produzioni letterarie degli stessi; con particolare riferimento al dibattito sulle virtù e alla categoria della sympathy. In un secondo momento, si intende avviare l’analisi della letteratura che guarda al dibattito illuministico come a un contesto essenziale per la comprensione della soggettività moderna e, quindi, anche della figura dell’homo oeconomicus. In particolare, ci si propone di: discutere i modelli di soggettività che emergono dal contesto intellettuale illuministico, ricostruendone la genesi e collocandola all’interno di tradizioni filosofiche vicine ma differenti; valutare la rilevanza di queste riflessioni con riferimento al dibattito contemporaneo su comportamenti economici e processi di socializzazione. Un risultato del lavoro di ricerca sarà costituito dalla definizione di un quadro storico-analitico relativamente alle implicazioni che le filosofie morali illuministe hanno avuto sulla visione delle virtù e della soggettività; dall'elaborazione di un confronto tra la concezione liberale mainstream e le concezioni che problematizzano differentemente il rapporto tra interessi economici e moventi sociali nella formazione di comportamenti e valori individuali; dall'attualizzazione di questi temi, con particolare attenzione alle implicazioni economiche della sympathy e della prudence, campo oggi quantomai aperto a contributi innovativi e interdisciplinari.
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