Michele Arditi nasce in una famiglia di nobili origini, ma già nel Regno napoletano, i grandi proprietari più attenti all'evoluzione dei tempi indirizzavano i propri figli verso gli studi universitari. Il percorso culturale dell'Arditi si inserisce in quella nuova attenzione verso le arti liberali, ma segue una parabola diversa. Michele diviene giureconsulto per volere del padre ed inizia la carriera forense indirizzandosi verso il settore degli affari giudiziari inerente alle contese sulla proprietà feudale o demaniale. E' questa la strada che lo porterà progressivamente in un campo affatto diverso, come quello degli studi di archivistica e di ed archeologia. Infatti, la particolare perizia maturata nel campo diplomatico è la premessa per la stagione degli studi più fecondi e ricchi di impegno, rivolti in particolare all'archeologia latina. Dopo aver dimostrato la sua competenza negli studi diplomatici ed archivistici, Arditi è nominato Direttore Generale dei Regi Archivi. Nel 1787 il re di Napoli lo sceglie tra quindici dotti per ricostruire l'Accademia Ercolanese: è il momento decisivo, per l'Arditi, di dimostrare la sua scienza. L'Accademia gli darà l'incarico di ricopiare e di studiare le iscrizioni greche, latine ed etrusche delle antichità di Ercolano, sino al famoso ed assai importante Vaso di Locri. Con il 1807, si dispiega pienamente l'attività di grande organizzatore culturale dell'Arditi. In quella data riceve la nomina di Direttore Generale del Museo di Napoli e degli Scavi di antichità del Regno. Il Museo napoletano rinasce a nuova vita , mentre gli scavi di Pompei e di Ercolano, impostati su metodiche moderne e scientifiche, apriranno definitivamente la conoscenza dell'Arditi nella dimensione europea.

Michele Arditi di Castelvetere e la cultura europea (1746-1838)

Pellé Maria Loredana
2017-01-01

Abstract

Michele Arditi nasce in una famiglia di nobili origini, ma già nel Regno napoletano, i grandi proprietari più attenti all'evoluzione dei tempi indirizzavano i propri figli verso gli studi universitari. Il percorso culturale dell'Arditi si inserisce in quella nuova attenzione verso le arti liberali, ma segue una parabola diversa. Michele diviene giureconsulto per volere del padre ed inizia la carriera forense indirizzandosi verso il settore degli affari giudiziari inerente alle contese sulla proprietà feudale o demaniale. E' questa la strada che lo porterà progressivamente in un campo affatto diverso, come quello degli studi di archivistica e di ed archeologia. Infatti, la particolare perizia maturata nel campo diplomatico è la premessa per la stagione degli studi più fecondi e ricchi di impegno, rivolti in particolare all'archeologia latina. Dopo aver dimostrato la sua competenza negli studi diplomatici ed archivistici, Arditi è nominato Direttore Generale dei Regi Archivi. Nel 1787 il re di Napoli lo sceglie tra quindici dotti per ricostruire l'Accademia Ercolanese: è il momento decisivo, per l'Arditi, di dimostrare la sua scienza. L'Accademia gli darà l'incarico di ricopiare e di studiare le iscrizioni greche, latine ed etrusche delle antichità di Ercolano, sino al famoso ed assai importante Vaso di Locri. Con il 1807, si dispiega pienamente l'attività di grande organizzatore culturale dell'Arditi. In quella data riceve la nomina di Direttore Generale del Museo di Napoli e degli Scavi di antichità del Regno. Il Museo napoletano rinasce a nuova vita , mentre gli scavi di Pompei e di Ercolano, impostati su metodiche moderne e scientifiche, apriranno definitivamente la conoscenza dell'Arditi nella dimensione europea.
2017
978-88-6760-391-6
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