La pedagogia della salute affronta questioni direttamente riferibili al problema del benessere personale e sociale di donne e uomini, della loro capacità di rispondere positivamente al cambiamento attivando nuove configurazioni cognitive, emotive, immaginative, etico-valoriali. Suo obiettivo prioritario è, dunque, la promozione e la salvaguardia di un benessere che si sostanzia nel pensare e praticare nuove forme di relazione io-mondo. In tal senso, il volume, traccia, tra il riferimento al paradigma teorico della complessità e la rivalutazione di alcuni passaggi esistenziali dell’esperienza trasformativa, le linee di un sapere che aiuti donne e uomini a "Imparare ad essere forti", a divenire empowered e resilienti, capacitanti ed efficaci. Lì dove “essere forti” significa esattamente il contrario del resistere, immobili, sulle posizioni di una vita, partire dalla consapevolezza della propria situazione di debolezza e di abbandono e, di qui, scoprire prima le nicchie, poi gli spazi di parola, di contatto, di partecipazione che permettono di scoprire possibilità di essere “non vinti”, “non in grado di essere sconfitti”, di fatto “invincibili”, per iniziare a governare i dolori, i traumi, gli eventi e le interpretazioni, “dando al disumano una forma umana”.
Imparare a essere forti
Giuseppe Annacontini
2019-01-01
Abstract
La pedagogia della salute affronta questioni direttamente riferibili al problema del benessere personale e sociale di donne e uomini, della loro capacità di rispondere positivamente al cambiamento attivando nuove configurazioni cognitive, emotive, immaginative, etico-valoriali. Suo obiettivo prioritario è, dunque, la promozione e la salvaguardia di un benessere che si sostanzia nel pensare e praticare nuove forme di relazione io-mondo. In tal senso, il volume, traccia, tra il riferimento al paradigma teorico della complessità e la rivalutazione di alcuni passaggi esistenziali dell’esperienza trasformativa, le linee di un sapere che aiuti donne e uomini a "Imparare ad essere forti", a divenire empowered e resilienti, capacitanti ed efficaci. Lì dove “essere forti” significa esattamente il contrario del resistere, immobili, sulle posizioni di una vita, partire dalla consapevolezza della propria situazione di debolezza e di abbandono e, di qui, scoprire prima le nicchie, poi gli spazi di parola, di contatto, di partecipazione che permettono di scoprire possibilità di essere “non vinti”, “non in grado di essere sconfitti”, di fatto “invincibili”, per iniziare a governare i dolori, i traumi, gli eventi e le interpretazioni, “dando al disumano una forma umana”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.