La lettura del saggio di Benveniste, Nature du signe linguistique (1939), da parte di Mario Lucidi (1913-1961) reinterroga la questione dell’arbitrarietà del segno. Lucidi, che insieme ad Antonino Pagliaro, suo maestro, prepara il terreno su cui attecchiranno le idee saussuriane in Italia, ritiene inappropriata la posizione benvenistiana rispetto alle posizioni di Saussure. Gli sviluppi hjelmsleviani chiariscono che nel segno sussiste una necessità funzionale e non fisico-materiale, e che modo semiotico e modo semantico, pur differenti, sono coinvolti l’uno nell’altro, ovvero l’immanenza della forma è intrecciata alla realtà fenomenica del linguaggio.
Emile Benveniste vs Mario Lucidi: un dibattito sull'arbitrarietà del segno
Cosimo Caputo
2019-01-01
Abstract
La lettura del saggio di Benveniste, Nature du signe linguistique (1939), da parte di Mario Lucidi (1913-1961) reinterroga la questione dell’arbitrarietà del segno. Lucidi, che insieme ad Antonino Pagliaro, suo maestro, prepara il terreno su cui attecchiranno le idee saussuriane in Italia, ritiene inappropriata la posizione benvenistiana rispetto alle posizioni di Saussure. Gli sviluppi hjelmsleviani chiariscono che nel segno sussiste una necessità funzionale e non fisico-materiale, e che modo semiotico e modo semantico, pur differenti, sono coinvolti l’uno nell’altro, ovvero l’immanenza della forma è intrecciata alla realtà fenomenica del linguaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.