Un rosario di racconti, anzi le mille e una notte dell’Adriatico, un libro aperto con le tante storie di uomini e donne che hanno guardato l'Adriatico da una riva o dal ponte di una nave, che lo hanno invocato per placarne le furie o su di esso si sono avventurati alla ricerca di venti propizi, imprese e fortuna su navi spinte in volo dalle vele. È questa l'anima di "Nel mare dell'intimità. L'Archeologia subacquea racconta l'Adriatico", la mostra dedicata alla memoria di Predrag Matvejević, L'esposizione è stata curata da Rita Auriemma, Direttore del Servizio di catalogazione, formazione e ricerca dell'ERPAC - Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia che ha promosso e organizzato l'iniziativa insieme al Comune di Trieste - Assessorato alla Cultura e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, la Federazione Archeologi Subacquei, il Croatian Conservation Institute, l’International Centre for Underwater Archaeology e numerosi altri partner italiani e stranieri. Per la prima volta saranno offerti al pubblico in una visione d’insieme relitti, opere d’arte e oggetti della vita quotidiana, merci destinate alla vendita e attrezzature di bordo, circa un migliaio di reperti provenienti dai numerosi giacimenti sommersi e prestati per l’occasione da musei italiani, croati, sloveni e montenegrini e allestiti in uno spazio di più di duemila metri quadrati. L’allestimento, curato dall’architetto Giovanni Panizon, ha trasformato l' ex Pescheria-Salone degli Incanti di Trieste in un paesaggio d’acqua, un fondale sommerso che ha permesso di leggere in maniera più esaustiva l’intensità degli scambi culturali e dei traffici commerciali, la specificità della costruzione navale antica, la ricchezza delle infrastrutture e il dinamismo dei paesaggi costieri, le storie degli uomini che hanno attraversato questo mare intimo. Si è rinunciato a ogni intento di esaustività scegliendo di giocare con il tempo all'interno dei macrotemi che compongono l'esposizione: Lo spazio Adriatico, I porti e gli approdi, Le navi, Le merci, Gli uomini, Le attività, Le guerre, I luoghi sacri, Le migrazioni e La ricerca sotto il mare.

Nel mare dell’intimità. L’archeologia subacquea racconta l’Adriatico (Trieste, Salone degli Incanti, 16 dicembre 2017 – 1 maggio 2018).

R. Auriemma
2017-01-01

Abstract

Un rosario di racconti, anzi le mille e una notte dell’Adriatico, un libro aperto con le tante storie di uomini e donne che hanno guardato l'Adriatico da una riva o dal ponte di una nave, che lo hanno invocato per placarne le furie o su di esso si sono avventurati alla ricerca di venti propizi, imprese e fortuna su navi spinte in volo dalle vele. È questa l'anima di "Nel mare dell'intimità. L'Archeologia subacquea racconta l'Adriatico", la mostra dedicata alla memoria di Predrag Matvejević, L'esposizione è stata curata da Rita Auriemma, Direttore del Servizio di catalogazione, formazione e ricerca dell'ERPAC - Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia che ha promosso e organizzato l'iniziativa insieme al Comune di Trieste - Assessorato alla Cultura e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, la Federazione Archeologi Subacquei, il Croatian Conservation Institute, l’International Centre for Underwater Archaeology e numerosi altri partner italiani e stranieri. Per la prima volta saranno offerti al pubblico in una visione d’insieme relitti, opere d’arte e oggetti della vita quotidiana, merci destinate alla vendita e attrezzature di bordo, circa un migliaio di reperti provenienti dai numerosi giacimenti sommersi e prestati per l’occasione da musei italiani, croati, sloveni e montenegrini e allestiti in uno spazio di più di duemila metri quadrati. L’allestimento, curato dall’architetto Giovanni Panizon, ha trasformato l' ex Pescheria-Salone degli Incanti di Trieste in un paesaggio d’acqua, un fondale sommerso che ha permesso di leggere in maniera più esaustiva l’intensità degli scambi culturali e dei traffici commerciali, la specificità della costruzione navale antica, la ricchezza delle infrastrutture e il dinamismo dei paesaggi costieri, le storie degli uomini che hanno attraversato questo mare intimo. Si è rinunciato a ogni intento di esaustività scegliendo di giocare con il tempo all'interno dei macrotemi che compongono l'esposizione: Lo spazio Adriatico, I porti e gli approdi, Le navi, Le merci, Gli uomini, Le attività, Le guerre, I luoghi sacri, Le migrazioni e La ricerca sotto il mare.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/432757
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