Tradotto per la prima volta in italiano, il libro XVI del Man’yōshū, la prima antologia poetica giapponese, è un coacervo di generi e temi raccolti senza alcun criterio individuabile: raffinate liriche composte da aristocratici si accostano a canzoni di mendicanti e pescatori di lontane province, poesie d’amore coesistono con altre che parlano di “cose che fanno paura”, componimenti di carattere religioso fanno da contrasto a poesie umoristiche che spaziano dal nonsense all’ironia, dalla garbata presa in giro all’uso compiaciuto della volgarità. In tutte si respira un senso di spontaneità che costituisce una vera e propria eccezione nell’ambito del canone poetico classico e trova immediata corrispondenza con la sensibilità del lettore moderno.
Man'yōshū. Raccolta delle diecimila foglie. Libro XVI: poesie che hanno una storia e poesie varie
Maria Chiara Migliore
2019-01-01
Abstract
Tradotto per la prima volta in italiano, il libro XVI del Man’yōshū, la prima antologia poetica giapponese, è un coacervo di generi e temi raccolti senza alcun criterio individuabile: raffinate liriche composte da aristocratici si accostano a canzoni di mendicanti e pescatori di lontane province, poesie d’amore coesistono con altre che parlano di “cose che fanno paura”, componimenti di carattere religioso fanno da contrasto a poesie umoristiche che spaziano dal nonsense all’ironia, dalla garbata presa in giro all’uso compiaciuto della volgarità. In tutte si respira un senso di spontaneità che costituisce una vera e propria eccezione nell’ambito del canone poetico classico e trova immediata corrispondenza con la sensibilità del lettore moderno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.