I "buoni europei" preconizzati da Nietzsche non sono semplicemente cittadini di una qualsivoglia nazione europea contraddistinti da un atteggiamento decisamente ‘pro-europeo’. Come l’Europa unita anche gli europei dell’avvenire devono costituire delle nuove sintesi. Non si limiteranno poi a sintetizzare in sé caratteristiche di diverse culture nazionali, giacché il loro carattere sintetico e sovranazionale implica anche la capacità di guardare al di là dell’Europa. I "buoni europei" pertanto non devono essere solo "sovranazionali", ma addirittura "sovra-europei", ovvero devono essere in grado, almeno occasionalmente e temporaneamente, di trascendere l'orizzonte della cultura occidentale. Il presente saggio ricostruisce un concetto al quale sinora si è prestata poca attenzione: quello di "sovra-europeo" appunto, dove ciò che deve essere superato, lasciato indietro è proprio l'Europa. Solo dopo Così parlò Zarathustra le riflessioni di Nietzsche si concentrano sull'"oltre-europeo", anche se il filosofo considera già questo poema come un tentativo di "visione panoramica orientale dell'Europa". Dopo lo Zarathustra, alla sua critica della morale europea Nietzsche imprime una svolta in direzione del sovra-europeo. Nella storia europea vede, se non una tradizione di superamento dei confini, almeno alcuni individui isolati che a volte si sono avvicinati a un modo di pensare sovra-europeo e si pone il compito di una "visione sovra-europea dell'Europa". Certo, sussiste più di una ragione per dubitare che abbia veramente realizzato tale proposito, comunque il suo tentativo resta un modello per uno sguardo da lontano sul pensiero occidentale, una prospettiva che ancor oggi rappresenta un compito per la stessa Europa.
“L’europeo in divenire. Nietzsche e i buoni europei al di là dell’Europa”
Marco Brusotti
2018-01-01
Abstract
I "buoni europei" preconizzati da Nietzsche non sono semplicemente cittadini di una qualsivoglia nazione europea contraddistinti da un atteggiamento decisamente ‘pro-europeo’. Come l’Europa unita anche gli europei dell’avvenire devono costituire delle nuove sintesi. Non si limiteranno poi a sintetizzare in sé caratteristiche di diverse culture nazionali, giacché il loro carattere sintetico e sovranazionale implica anche la capacità di guardare al di là dell’Europa. I "buoni europei" pertanto non devono essere solo "sovranazionali", ma addirittura "sovra-europei", ovvero devono essere in grado, almeno occasionalmente e temporaneamente, di trascendere l'orizzonte della cultura occidentale. Il presente saggio ricostruisce un concetto al quale sinora si è prestata poca attenzione: quello di "sovra-europeo" appunto, dove ciò che deve essere superato, lasciato indietro è proprio l'Europa. Solo dopo Così parlò Zarathustra le riflessioni di Nietzsche si concentrano sull'"oltre-europeo", anche se il filosofo considera già questo poema come un tentativo di "visione panoramica orientale dell'Europa". Dopo lo Zarathustra, alla sua critica della morale europea Nietzsche imprime una svolta in direzione del sovra-europeo. Nella storia europea vede, se non una tradizione di superamento dei confini, almeno alcuni individui isolati che a volte si sono avvicinati a un modo di pensare sovra-europeo e si pone il compito di una "visione sovra-europea dell'Europa". Certo, sussiste più di una ragione per dubitare che abbia veramente realizzato tale proposito, comunque il suo tentativo resta un modello per uno sguardo da lontano sul pensiero occidentale, una prospettiva che ancor oggi rappresenta un compito per la stessa Europa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.