Il saggio traccia un profilo della storia del gioco degli scacchi e del suo arrivo in Occidente, attraverso l'analisi di testimonianze letterarie, tracce documentarie, documenti artistici e ritrovamenti archeologici. Attestato precocemente nelle due aree geografiche più strettamente legate all'irradiazione araba - la penisola iberica e l'Italia - il gioco si diffonde in primo luogo presso i ceti più elevati sella società medievale. I primi 'set' da gioco di cui si abbia traccia sono spesso in materiali preziosi d'importazione: pietre dure, cristallo di rocca o avorio. Ne esistono però anche esempi d'imitazione occidentale, realizzati in materiali meno pregiati, legno e palco di cervo. Alla tipologia aniconica, tradizionalmente definita islamica, si associa, più o meno intorno alla fine dell'XI secolo, una variante nella quale i pezzi maggiori della scacchiera - re, regina, alfiere, cavallo e torre - assumono aspetto figurato e forme diverse a seconda della tradizione linguistica o culturale dell'area geografica nella quale sono prodotti. I due set figurati più integri - gli Scacchi di Carlo Magno e quelli di Lewis, rispettivamente conservati alla Bibliothèque Nationale de France e al British Museum - hanno contribuito al revival ottocentesco del medioevo. La relazione traccia un bilancio delle conoscenze storiche e della storiografia. Non manca un approfondimento sui problemi collezionistici, particolarmente complessi per gli studi sulla microplastica in avorio.

Il gioco come status-symbol. Gli scacchi tra formule rappresentative e testimonianze materiali

Speciale Lucinia
2018-01-01

Abstract

Il saggio traccia un profilo della storia del gioco degli scacchi e del suo arrivo in Occidente, attraverso l'analisi di testimonianze letterarie, tracce documentarie, documenti artistici e ritrovamenti archeologici. Attestato precocemente nelle due aree geografiche più strettamente legate all'irradiazione araba - la penisola iberica e l'Italia - il gioco si diffonde in primo luogo presso i ceti più elevati sella società medievale. I primi 'set' da gioco di cui si abbia traccia sono spesso in materiali preziosi d'importazione: pietre dure, cristallo di rocca o avorio. Ne esistono però anche esempi d'imitazione occidentale, realizzati in materiali meno pregiati, legno e palco di cervo. Alla tipologia aniconica, tradizionalmente definita islamica, si associa, più o meno intorno alla fine dell'XI secolo, una variante nella quale i pezzi maggiori della scacchiera - re, regina, alfiere, cavallo e torre - assumono aspetto figurato e forme diverse a seconda della tradizione linguistica o culturale dell'area geografica nella quale sono prodotti. I due set figurati più integri - gli Scacchi di Carlo Magno e quelli di Lewis, rispettivamente conservati alla Bibliothèque Nationale de France e al British Museum - hanno contribuito al revival ottocentesco del medioevo. La relazione traccia un bilancio delle conoscenze storiche e della storiografia. Non manca un approfondimento sui problemi collezionistici, particolarmente complessi per gli studi sulla microplastica in avorio.
2018
978-88-98229-30-7
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