Il caleidoscopio di vecchi e nuovi fattori di natura politica, ambientale, culturale e sociale genera trasformazioni territoriali sempre più profonde e veloci nell’assetto geopolitico mondiale del XXI secolo, determinando molteplici conflitti, oggetto di rappresentazioni contraddittorie largamente diffuse dai media che tendono a promuovere e accreditare, da una sorta di posizione super partes, opinioni e costruzioni simboliche del mondo, strutturando in maniera determinante l’immagine dei fenomeni descritti. Per tale ragione, nel corso di Geopolitica e globalizzazione della Facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali dell’Università del Salento si è voluto dare centralità allo studio del ruolo dei media nel processo di creazione dell’immagine ‘pubblica’ degli eventi politici, con particolare riguardo al tema delle guerre ‘di ieri’ e ‘di oggi’. Nel presente lavoro di ricerca s’illustra il percorso didattico seguito nell’a.a. 2015-1016. Sulla base della cornice interpretativa della geopolitica ‘popolare’, della visione in aula di alcuni film (‘Gli anni spezzati’ di Peter Weir, 1981; ‘Flags of our Fathers’ e ‘Letters from Iwo Jima’ di Clint Eastwood, 2006; ‘Leoni per agnelli’ di Robert Redford, 2007) e del commento agli stessi proposto da dell’Agnese (Paesaggi ed eroi. Cinema, nazione, geopolitica, Torino, Utet, 2009), gli studenti suddivisi in gruppi hanno scelto autonomamente altre pellicole (‘Il cacciatore’ di Michel Cimino, 1978; ‘Full Metal Jacket’ di Stanley Kubrick, 1987; ‘Good Morning Vietnam’ di Barry Levinson, 1987; ‘Black Hawk Down’ di Ridley Scott, 2001; ‘No Man’s Land’ di Danis Tanovic, 2001; ‘Munich’ di Steven Spielberg, 2005; ‘Il cacciatore di aquiloni’ di Marc Foster, 2007) da analizzare secondo la metodologia proposta nelle lezioni frontali, al fine di ampliare le proprie abilità di lettura delle rappresentazioni dei conflitti attraverso gli strumenti della cultura popolare.

Cinema, narrazione delle guerre e discorso geopolitico: riflessioni metodologiche e proposte didattiche

Rinella Antonella
2019-01-01

Abstract

Il caleidoscopio di vecchi e nuovi fattori di natura politica, ambientale, culturale e sociale genera trasformazioni territoriali sempre più profonde e veloci nell’assetto geopolitico mondiale del XXI secolo, determinando molteplici conflitti, oggetto di rappresentazioni contraddittorie largamente diffuse dai media che tendono a promuovere e accreditare, da una sorta di posizione super partes, opinioni e costruzioni simboliche del mondo, strutturando in maniera determinante l’immagine dei fenomeni descritti. Per tale ragione, nel corso di Geopolitica e globalizzazione della Facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali dell’Università del Salento si è voluto dare centralità allo studio del ruolo dei media nel processo di creazione dell’immagine ‘pubblica’ degli eventi politici, con particolare riguardo al tema delle guerre ‘di ieri’ e ‘di oggi’. Nel presente lavoro di ricerca s’illustra il percorso didattico seguito nell’a.a. 2015-1016. Sulla base della cornice interpretativa della geopolitica ‘popolare’, della visione in aula di alcuni film (‘Gli anni spezzati’ di Peter Weir, 1981; ‘Flags of our Fathers’ e ‘Letters from Iwo Jima’ di Clint Eastwood, 2006; ‘Leoni per agnelli’ di Robert Redford, 2007) e del commento agli stessi proposto da dell’Agnese (Paesaggi ed eroi. Cinema, nazione, geopolitica, Torino, Utet, 2009), gli studenti suddivisi in gruppi hanno scelto autonomamente altre pellicole (‘Il cacciatore’ di Michel Cimino, 1978; ‘Full Metal Jacket’ di Stanley Kubrick, 1987; ‘Good Morning Vietnam’ di Barry Levinson, 1987; ‘Black Hawk Down’ di Ridley Scott, 2001; ‘No Man’s Land’ di Danis Tanovic, 2001; ‘Munich’ di Steven Spielberg, 2005; ‘Il cacciatore di aquiloni’ di Marc Foster, 2007) da analizzare secondo la metodologia proposta nelle lezioni frontali, al fine di ampliare le proprie abilità di lettura delle rappresentazioni dei conflitti attraverso gli strumenti della cultura popolare.
2019
978-88-942641-2-8
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