Lo Stoicismo esercitò, nell’epoca della tarda Antichità, una grande attrazione sui ceti colti greci e romani rimasti fedeli all’antica religione pagana. Entrò così in concorrenza con il Cristianesimo, diventando uno dei bersagli polemici della patristica, in particolare di Agostino. Tuttavia, se i Padri dichiararono eretica la filosofia stoica nel suo complesso ne assimilarono non pochi elementi dottrinali, e ne procurarono così la sopravvivenza sotto forma tanto di idee quanto di preziosi frammenti dossografici. Ma in quali modi e secondo quali vie la tradizione filosofica stoica fu recepita nel medioevo? In quale misura i pensatori medievali furono consapevoli della dimensione storica e dottrinale dello Stoicismo? Nadia Bray ha effettuato un ampio rilevamento analitico dei riferimenti espliciti alla «secta Stoicorum» nei testi della Patristica e della Scolastica, da Tertulliano a Meister Eckhart, ricostruendo una sorta di corpus delle dottrine che nel medioevo vennero, a torto o a ragione, esplicitamente attribuite allo Stoicismo – con attribuzioni che si rivelano non prive di confusioni, equivoci, sono diverse nei diversi periodi e autori, e mostrano differenti gradi di spirito critico e penetrazione filosofica. Specifici capitoli sono dedicati ad Agostino, Calcidio e Boezio come autori della dossografia consegnata dalla tarda Antichità al medioevo latino, e a sei pensatori (Abelardo, Giovanni di Salisbury, Alberto Magno, Tommaso di York, Ruggero Bacone, Eckhart di Hochheim) quali rappresentanti di diversi ma altrettanto significativi momenti di confronto con la tradizione dossografica tramandata dalla Patristica, da Cicerone e da Seneca.

La Tradizione filosofica stoica nel Medioevo. Un approccio dossografico

Nadia Bray
2018-01-01

Abstract

Lo Stoicismo esercitò, nell’epoca della tarda Antichità, una grande attrazione sui ceti colti greci e romani rimasti fedeli all’antica religione pagana. Entrò così in concorrenza con il Cristianesimo, diventando uno dei bersagli polemici della patristica, in particolare di Agostino. Tuttavia, se i Padri dichiararono eretica la filosofia stoica nel suo complesso ne assimilarono non pochi elementi dottrinali, e ne procurarono così la sopravvivenza sotto forma tanto di idee quanto di preziosi frammenti dossografici. Ma in quali modi e secondo quali vie la tradizione filosofica stoica fu recepita nel medioevo? In quale misura i pensatori medievali furono consapevoli della dimensione storica e dottrinale dello Stoicismo? Nadia Bray ha effettuato un ampio rilevamento analitico dei riferimenti espliciti alla «secta Stoicorum» nei testi della Patristica e della Scolastica, da Tertulliano a Meister Eckhart, ricostruendo una sorta di corpus delle dottrine che nel medioevo vennero, a torto o a ragione, esplicitamente attribuite allo Stoicismo – con attribuzioni che si rivelano non prive di confusioni, equivoci, sono diverse nei diversi periodi e autori, e mostrano differenti gradi di spirito critico e penetrazione filosofica. Specifici capitoli sono dedicati ad Agostino, Calcidio e Boezio come autori della dossografia consegnata dalla tarda Antichità al medioevo latino, e a sei pensatori (Abelardo, Giovanni di Salisbury, Alberto Magno, Tommaso di York, Ruggero Bacone, Eckhart di Hochheim) quali rappresentanti di diversi ma altrettanto significativi momenti di confronto con la tradizione dossografica tramandata dalla Patristica, da Cicerone e da Seneca.
2018
9788893591348
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